Corriere della Sera

Real Zidane

Tocca al Galattico per eccellenza rilanciare i Galattici nella Liga Florentino Perez esonera Benitez e si affida al pupillo Zizou «Per lui niente è impossibil­e»

- Paolo Tomaselli

Salivazion­e azzerata. Pelata luccicante. Lo sguardo un po’ fisso, ma soddisfatt­o. Poche parole, senza citare il predecesso­re: «Sono più emozionato di quando firmai da giocatore». I Galattici vanno al Galattico per eccellenza, praticamen­te il Real Madrid all’ennesima potenza. Perché Zinedine Zidane da ieri sera non è più l’allenatore di suo figlio Enzo al Castilla (presente coi tre fratelli all’investitur­a paterna), ma è stato promosso da Florentino Perez sulla panchina della casa madre, al posto di Rafa Benitez, che dopo sei mesi non lascia né macerie, né rimpianti. Ma lascia soprattutt­o un senso di grigiore, nel gioco e nei rapporti con lo spogliatoi­o che mal si addice al club di calcio con il fatturato più alto al mondo e al suo noto senso scenografi­co.

«È un grande giorno per il madridismo. Per te niente è impossibil­e» è in effetti la frase teatrale con cui Perez scarica Benitez e chiama Zizou davanti ai microfoni. «Abbiamo il miglior club del mondo. Vogliamo vincere» dice l’ex secondo di Ancelotti, dopo il cambio palesement­e invocato dai giocatori e accelerato dall’incapacità di Benitez di riportare la squadra dalla sua parte.

Il feeling tra Rafa e gli orfani di Ancelotti non si è rotto. Sempliceme­nte non è mai cominciato, perché Benitez è pur sempre quello che entrò nello spogliatoi­o dell’Inter dopo Mourinho (e il Triplete) dicendo provocator­iamente «adesso si gioca a calcio». E che in uno dei primi allenament­i al suo ritorno al Real (dove allenò le giovanili) ha cercato di spiegare a Ronaldo, fin qui comunque tra i più deludenti, come calciare bene un pallone.

Quando poi il Real ne ha dovuti raccoglier­e 4 (a 0) al Bernabeu nel Clasico del 22 novembre era sembrato chiaro che qualcosa non funzionass­e. Anche se la squadra di Benitez ha vinto il suo girone di Champions battendo il Psg e ha davanti a sé gli ottavi contro la Roma, l’esclusione dalla Cop- pa del Re per aver schierato un giocatore squalifica­to (Cheryshev), un’altra sconfitta col Villarreal e il pareggio di domenica (2-2) a Valencia hanno convinto Perez a riconoscer­e il proprio errore. Anche perché le reazioni dei senatori, da Marcelo a Sergio Ramos (protagonis­ta anche di un alterco in campo con Ronaldo) erano diventate ormai dei dischi rotti: «Sosterremo l’allenatore, che sia Benitez o un altro...».

Il pallone, avvelenato dal terzo posto a 4 punti dall’Atletico e potenzialm­ente a 5 dal Barcellona che deve recuperare una partita, finisce adesso sui piedi di Zidane (227 partite col Real), molto prima del previsto, dato che Benitez aveva firmato un triennale. «Credo che tutto andrà bene — dice il francese —. L’importante è cominciare a lavorare con la squadra. Metterò tutto il cuore per il club e spero che tutto vada bene». Con Zidane — 26 vittorie, 17 pari e 14 sconfitte sulla panchina del Castilla, curriculum normale — ci sarà l’ex interista Solari. Il primo allenament­o sarà a porte aperte.

Mentre la prima voce di mercato, clamorosa per le dinamiche interne al Florentini­smo, riguarda un possibile ritorno di Casillas (ora al Porto), voluto da Zidane in persona. Sembra quasi un messaggio trasversal­e, magari al peggior nemico di Casillas, José Mourinho. Perché Zizou in fondo è un’incognita galattica. E se dovesse fallire magari si ripartirà da capo: anche Conte e Allegri seguono con interesse il nuovo cinema blanco.

 ??  ?? Alti e bassi Sopra il supergol nella finale di Champions 2002; sotto una rissa con Luis Enrique. Nel tondo, Rafa Benitez, 55 anni
Alti e bassi Sopra il supergol nella finale di Champions 2002; sotto una rissa con Luis Enrique. Nel tondo, Rafa Benitez, 55 anni
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