Un derby triste e povero Ma Genoa e Sampdoria si giocano anche il futuro
Guai di classifica e cambi di proprietà ancora misteriosi
GENOVA Proprio perché sui siti dei tifosi è un gran invitare a stare tranquilli nella certezza di «farli neri» si capisce che questa sera a Genova si giocherà il derby della paura come, forse, non è mai successo in passato. Tanta paura che persino Luca Bizzarri, supertifoso del Genoa, per la prima volta ha deciso di non esserci: «Troppo soffrire. Basta, non se ne può più. La gioia di una vittoria non bilancia quello che si patisce se si perde. Mentre si giocherà io sarò su un aereo così non saprò niente, non sentirò niente e ne sono felice». Un jet partirà portandoti via da me, cantava Maurizio dei New Dada a proposito di amori infranti. Non molto generoso con la squadra, però: «Neanche la squadra è stata generosa con noi». Delusione e sconforto condivisi da molti sostenitori rossoblù.
Non c’è, in città, quel clima effervescente da sfottò trattenuti per scaramanzia, da bravate notturne (le scalinate e le saracinesche dipinte con i colori del cuore), perfino le bandiere alle finestre sembrano rabbrividire e non per il freddo. Eppure i genoani la buona volontà ce la stanno mettendo, la tifoseria ha sospeso (per un giorno? per sempre? non si sa) lo sciopero degli striscioni contro il presidente Preziosi, alle prese con i conti, e contro l’allenatore Gasperini alle prese con la classifica. Questa sera si torna alla tradizione con lo stadio imbandierato.
Non è che l’altra tifoseria stia molto meglio. Entrambe le squadre si stanno giocando ben più che il derby della Lanterna già bollente di suo: questa partita condiziona il futuro. Lasciando la panchina della Samp, a mo’ di maledizione della strega cattiva, Walter Zenga ha profetizzato: «Montella ha credito fino al derby, se lo perde il suo credito finisce». C’è da fare gli scongiuri. Li farà Dario Vergassola davanti alla tv: «Anche se, confesso, di calcio non capisco niente. E voglio anche confessare che ho barato: il mio agente disse a Fabio Fazio che sono cugino dell’ex giocatore della Samp per prendermi come inviato a “Quelli che il calcio”, ma non è vero, siamo solo omonimi. Vergassola il giocatore è alto, bello e biondo, io sono basso, brutto e pelato non capisco come Fazio c’abbia creduto». Per vivacizzare questo derby triste Vergassola un’idea ce l’ha: « Devono sfruttare Ferrero, il Viperetta. È talmente oltre che è più facile che Ferrero imiti Crozza che Crozza Ferrero».
Resta un derby povero al confronto con quello della passata stagione. Spaventato e povero. Massimo Ferrero soldi in cassa non ne ha; però ha ottenuto da Edoardo Garrone la proroga a giugno della fidejussione da 26 milioni che gli pendeva sul capo scarmigliato. Chissà se ne frattempo si materializzerà l’offerta-fantasma dell’imprenditore Gabriele Volpi, patron dello Spezia e della Pro Recco. Quanto al self-made-man Giovanni Calabrò, dopo l’annuncio un mese fa di Preziosi «domani firmiamo l’accordo per il suo ingresso in società» nulla si è fatto e voci dicono che nulla si farà. Ma oggi si gioca e non si pensa ad altro.