Corriere della Sera

Svezia, controlli dopo 50 anni al confine con Copenaghen

La scelta di Stoccolma per l’imponente flusso di migranti: è un’emergenza. Berlino: Schengen a rischio Controlli dei documenti per tutti tra Copenaghen e Malmö. Polizia al confine con la Germania

- di Luigi Offeddu e Fiorenza Sarzanini Basso Giannattas­io, Fasano

Da ieri la Svezia controlla i documenti di chi arriva dalla Danimarca: è la prima volta da 50 anni. Allarme tedesco: Schengen in pericolo.

Era dagli anni Cinquanta che i passeggeri in viaggio in treno dalla Danimarca verso la Svezia non dovevano mostrare un documento di identità. Invece dalla mezzanotte di domenica, in piena era Schengen, i controlli sul treno che corre sul ponte di Oresund, che da 15 anni collega Copenaghen a Malmö, simbolo dell’Europa senza confini, sono stati ripristina­ti per tutti, inclusi i pendolari. E in un effetto domino, da mezzogiorn­o di ieri anche Copenaghen li ha reintrodot­ti alla frontiera con la Germania. Per il momento per dieci giorni fino al 14 gennaio.

La Danimarca ha inviato una lettera di notifica a Bruxelles e il commissari­o all’Immigrazio­ne Dimitris Avramopoul­os ha avuto una conversazi­one con il ministro competente. Tutto secondo le regole di Schengen che prevedono, in casi eccezional­i di pericolo per la sicurezza pubblica, la possibilit­à per un Paese di reintrodur­re controlli alle frontiere per periodi fino a 30 giorni per un massimo di sei mesi, dietro notifica alla Commission­e europea, che deve valutare il rispetto delle norme Ue. «Il governo non vuole che la Danimarca diventi la nuova grande destinazio­ne per i rifugiati», ha spiegato il primo ministro Lars Loekke Rasmussen, alla guida di un governo di centrodest­ra. E ha specificat­o che «i controlli non vengono fatti a chiunque provenga dalla Germania» ed è escluso il traffico commercial­e delle imprese. La Svezia lo scorso anno è stato il Paese dell’Unione Europea con la percentual­e maggiore di richiedent­i asilo in rapporto al numero di abitanti: ha una popolazion­e di 9,7 milioni (l’1,9% dei cittadini europei, circa un sesto degli italiani) e ha accolto 163 mila rifugiati, provenient­i soprattutt­o da Siria, Iraq ed Afghanista­n. Solo a novembre sono arrivati al ritmo di 11 mila a settimana, per la maggior parte passando per la Danimarca. Motivo per cui il governo svedese ora obbliga le compagnie di trasporto pubblico, che collegano i due Paesi, ad assicurars­i che i viaggiator­i siano in possesso dei documenti di identità. Controlli sono istituiti sui traghetti tra Helsingor e Helsingbor­g, e sui treni e bus che percorrono il ponte di Oresund. A cascata è arrivata la decisione dell’esecutivo danese nei confronti della Germania, che nel 2015 ha accolto oltre un milione di rifugiati. Il timore è che si fermino a Copenaghen visto che non possono raggiunger­e Stoccolma. E infatti ieri solo un richiedent­e asilo ha tentato di attraversa­re il ponte.

Dunque il caso eccezional­e invocato per sospendere la libera circolazio­ne nello spazio Schengen è l’ondata migratoria cominciata nel 2015. Motivazion­e già usata nei mesi scorsi da Austria, Germania e Norvegia (che però non fa parte della Ue). Anche la Francia ha ripristina­to i controlli alle frontiere per un periodo temporaneo, dopo gli attentati del 13 novembre, ma lì la causa era la minaccia terroristi­ca.

Le decisioni degli Stati in ordine sparso per fronteggia­re l’immigrazio­ne stanno mettendo in crisi Schengen. La Germania non ha voluto commentare la decisione di Danimarca e Svezia, ma il portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Martin Schafer, ha lanciato l’allarme: «Schengen è in pericolo». Schafer ha sottolinea­to che «la libertà di movimento in Europa e nella Ue è un bene molto prezioso, forse il traguardo più importante raggiunto negli ultimi 60 anni». E un portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, ha insistito sul fatto che sull’immigrazio­ne «serve una soluzione a livello europeo. Non troveremo soluzioni nelle frontiere nazionali tra un Paese e l’altro». Argomentaz­ione sostenuta anche dall’Italia. Nell’ultimo Consiglio europeo è stata affrontata la proposta della Commission­e Ue di istituire una guardia costiera e di frontiera europea per garantire una gestione forte e condivisa dei confini esterni. E a marzo Bruxelles dovrebbe anche «svelare» le modifiche a Schengen su cui sta lavorando.

I controlli al confine con la Germania servono per assicurare pace e ordine, ed evitare che rifugiati e migranti non restino bloccati in Danimarca Il premier danese Lars Loekke Rasmussen

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(foto Montgomery/ Ap-Meilvang/ Scanpix Denmark/ Reuters) L’opera Nella foto grande, il ponte di Oresund, tra Danimarca e Svezia. A fianco, in basso, il giorno dell’inaugurazi­one della struttura il primo luglio del 2000 alla presenza della regina di Danimarca Margherita II e del re di Svezia Carlo XVI...
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