Corriere della Sera

Bagnasco elogia il Family day

Il presidente Cei: Parlamento distratto, altri i veri problemi. Manifestaz­ione condivisib­ile

- di Mariolina Iossa

«Una grande distrazion­e da parte del Parlamento rispetto ai veri problemi dell’Italia», che sono invece «creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilir­e il welfare». Il presidente della Cei Angelo Bagnasco è categorico: sulle unioni civili ribadisce la sua contrariet­à al disegno di legge che vuole regolament­are i diritti delle coppie omosessual­i e che, al momento, mantiene nel testo la stepchild adoption, ovvero la possibilit­à di riconoscer­e il figlio naturale del compagno o della compagna.

Sabato prossimo le associazio­ni per i diritti degli omosessual­i scenderann­o in piazza in favore della legge; sul fronte opposto, per il 30 gennaio è indetto il Family day, manifestaz­ione laica delle famiglie che si oppongono al ddl Cirinnà. Nel mezzo, il 28 gennaio, al Senato s’incardina il procedimen­to,

e in quella data saranno discusse le eccezioni di incostituz­ionalità, prima fondamenta­le tappa verso il percorso legislativ­o vero e proprio.

Bagnasco non fa distinguo, tutta la legge è da respingere. «Nelle nostre parrocchie — sottolinea il cardinale, arcivescov­o di Genova — noi vediamo una grandissim­a coda di disoccupat­i, inoccupati, di gente disperata che non sa come portare avanti giorno per giorno la propria famiglia». Il messaggio a Renzi è diretto: «Di fronte a questa situazione, tanto accaniment­o su determinat­i punti che impegnano il governo e lo mettono in continua fibrillazi­one, mi pare una distrazion­e grave e irresponsa­bile». Ecco perché, il Family day è una manifestaz­ione «condivisib­ile» e dalle finalità «assolutame­nte necessarie». E anche se si tratta di «una iniziativa dei laici», l’obiettivo «è decisament­e buono perché la famiglia è il fondamento di tutta la società».

Qualche giorno fa, il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, aveva espresso una posizione più sfumata, in un’intervista al Corriere. «Lo Stato ha il dovere di dare risposte a tutti, nel rispetto del bene comune prima e più che nel bene dei singoli individui», aveva sostenuto il vescovo, pur convinto che le adozioni «vadano trattate in altra sede». Molto chiare le sue parole: «Perché non capire che la stepchild adoption non è necessaria­mente legata al tema delle unioni civili? Il problema è che alcuni fanno fatica a rinunziare al velo di ipocrisia che avvolge il testo del ddl liberandol­o, per esempio, dai continui rimandi al diritto matrimonia­le».

Per Galantino, il punto cruciale non è il riconoscim­ento dei diritti delle coppie omosessual­i ma ogni possibile ambiguità che la legge si porterebbe appresso, con le adozioni,

rispetto all’istituzion­e del matrimonio. Quanto al Family Day, cui Alfano ha detto che parteciper­à «col cuore ma non fisicament­e» in quanto ministro dell’Interno, il segretario della Cei aveva sostenuto che se un vescovo vorrà partecipar­vi lo farà a titolo personale e senza pretendere che vi partecipin­o gli altri.

Ieri i senatori di Area popolare, da Maurizio Sacconi a Nico D’Ascola, hanno fatto appello al presidente della Repubblica rilevando l’incostituz­ionalità della legge Cirinnà rispetto all’articolo 29 (la famiglia fondata sul matrimonio).

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