Corriere della Sera

«Con Boschi solo un incontro Proposte? Non ne ho ricevute»

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a Milano, in Comune (con la signora Valentina Ranicolo, oggi general manager di ArpeGroup ndr). E insomma ecco, Ferramonti mi invita, mi dice di partire per avere un incontro a Roma con il presidente appena nominato di Banca Etruria, Lorenzo Rosi e con il vicepresid­ente Pier Luigi Boschi, cioè il padre di un ministro della Repubblica. E allora io, anche solo per educazione, per savoir faire, ho accettato, sono andato e ci siamo incontrati. Mi diedero un indirizzo e ci andai».

Quindi a Roma quel giorno di luglio 2014 c’eravate lei, Ferramonti, Rosi e Boschi...

«Sì, loro allora, Rosi e Boschi, mi dicono che stanno cercando un direttore generale e che il Ferramonti aveva fatto il mio nome e per questo mi volevano conoscere. Del resto, io sono fatto così, se domani mi chiama qualcuno in Rizzoli io ci vado, che c’è di male? Boschi, tra l’altro, era il papà di un ministro della Repubblica. Non si dice di no a cuor leggero a un incontro simile. Però vi faccio notare, per inciso, che se io fossi stato così vicino al ministro Boschi o al governo «L’incontro durò un paio d’ore, cercavano qualcuno che portasse la banca fuori dai guai»

Colloquio

Renzi, visto che sono un bravo banchiere, sarei stato scelto io per Banca Etruria, non crede? O per un posto nel governo. Invece, la cosa finì lì».

Quanto durò il colloquio?

«Un paio d’ore. Rosi e Boschi, persone molto a modo, cordiali, amichevoli, cercavano qualcuno che portasse la banca fuori dai guai. Intanto, io mi ero informato: sapevo che Lazard era l’advisor di Banca Etruria e che la società di head hunting Spencer Stuart era stata incaricata di trovare il candidato ideale e insomma chissà le tonnellate di candidatur­e esaminate. Io però dissi subito loro che mi dovevo sposare a settembre e che avrei avuto difficoltà, perciò, tanto per cominciare, ad approvare la semestrale, prevista per metà agosto. Inoltre avevo già prenotato le vacanze a Creta per il 3-4 agosto con mia moglie...».

Verrebbe da dire che le nozze imminenti son state provvidenz­iali...

«Dai, non scherziamo. Dopo 12 anni difficili, dal 2003 al 2014, passati in silenzio ad aspettare la fine di tutte le indagini su di me, eccomi di nuovo sui giornali, nel tritacarne, non mi sembra giusto. Vorrei solo ricomincia­re una vita normale...».

Continui, Arpe.

«A Rosi e a Boschi poi dissi che Arezzo non era proprio dietro l’angolo rispetto a Milano, sono cinque ore di macchina.

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