Corriere della Sera

I controlli

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Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ad agosto ha proposto una «Maastricht plus»: l’idea è sostituire la Commission­e Ue nella vigilanza delle finanze pubbliche con un organismo tecnico e indipenden­te che possa operare senza essere coinvolto nel processo negoziale della politica Ue

Come in un dialogo del teatro di Eugène Ionesco, i personaggi si parlano ma non si ascoltano. La loro conversazi­one segue percorsi che non s’incrociano mai. Poco importa che una maggiore attenzione al contesto e alle motivazion­i degli altri aiuterebbe forse (anche) l’Italia a promuovere meglio le proprie priorità a Bruxelles.

In particolar­e, due fattori sembrano sfuggire al dibattito interno al Paese sulla finanza pubblica e la natura delle regole europee. Il primo è che, mentre esamina i conti di questo governo, la Commission­e Ue si trova essa stessa sotto esame e oggi è nelle condizioni peggiori per poter ignorare le norme delle quali è l’arbitro. Ma l’altro ingredient­e ha implicazio­ni anche più profonde per l’Italia: nel governo tedesco la fiducia nel «Fiscal compact» europeo è ormai scesa ai minimi, esattament­e per ragioni opposte a quelle sostenute dal premier Matteo Renzi. Invece che troppo stringente, viene considerat­o di fatto fallito.

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