«Corro per vincere Basta rivolgersi alle élite, ai soliti noti della sinistra»
Majorino: vedrei bene Pisapia al posto di Alfano
Il primo a candidarsi è anche l’unico a cui chiedono di ritirarsi. Nonostante gli appelli piovuti da più parti, e persino un’iniziativa pubblica organizzata qualche sera fa da Sel, Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare della giunta Pisapia, al passo indietro non ci pensa minimamente.
Qualcuno, a sinistra, sostiene che tanta ostinazione serva a sbarrare la strada alla corsa di Francesca Balzani e a favorire Beppe Sala. Dicono anche che lei corra per arrivare secondo. Solo dietrologie?
«Sono boiate pazzesche. Io mi sono candidato a luglio e insieme ai militanti del Pd e di Sel ho difeso la necessità di fare le primarie. Poi sono arrivate le altre due candidature. Ma io corro per vincere. Non m’interessa arrivare secondo. Voglio diventare sindaco per portare avanti un’idea di città che sia in continuità con l’esperienza di Giuliano Pisapia e, sotto alcuni profili, ancora più coraggiosa e radicale».
Pisapia ha però indicato in Francesca Balzani la candidata ideale per la sua successione.
«Quando Francesca ha deciso di candidarsi ci sono rimasto male, anche perché per molti mesi lei è stata tra quelli che mi spronavano ad andare avanti. Nessun tradimento, per carità. Ha fatto una scelta che rispetto. Ora andiamo avanti. Ci sono tre proposte in campo, tre profili diversi e non sovrapponibili. E ognuno avrebbe ottime chance di battere la destra».
Majorino, lei però ha attaccato duramente la Balzani. Come lo slogan «Né con Sala né coi salotti», come a dire che con la vicesindaco stavano solo i radical chic.
«Era una battuta, forse un po’ ruvida. Rimane però il tema di fare in modo che le primarie del 7 febbraio non siano consultazioni un po’ elitarie rivolte ai soliti noti della sinistra milanese. Per questo chiedo di organizzare confronti pubblici tra i candidati in ogni zona della città, partendo dalle periferie».
Profili diversi, diceva. Qual è allora la sua idea di città?
«Dobbiamo essere ancora più coraggiosi. Per esempio io ho proposto, e so che ci sarebbero i mezzi finanziari per farlo, l’introduzione del primo reddito minimo comunale d’Italia».
Altre idee?
«Vendere lo stadio di San Siro e col ricavato finanziare lo sport di base nei quartieri. Oppure assegnare cento spazi pubblici inutilizzati ad altrettante start-up finanziando ciascuna con una dote iniziale di diecimila euro».
Un giudizio su Matteo Renzi?
«Ha avuto il merito della rottamazione. Il suo governo però è debole sulle questioni sociali e non mi piace come si rapporta con chi sta alla sua sinistra. Credo che Milano debba pretendere da Roma risposte precise su alcuni punti. L’authority del volontariato, per esempio. Oppure sugli agenti arrivati per Expo che devono rimanere in città e sull’autonomia finanziaria. È un governo, questo, senza ministri milanesi. Eppure la soluzione sarebbe a portata di mano».
Cioè?
«Giuliano Pisapia sarebbe il miglior ministro dell’Interno possibile. A giugno Renzi lo nomini al posto di Alfano».
Quando Francesca ha deciso di candidarsi ci sono rimasto male, anche perché lei mi aveva spronato ad andare avanti
A proposito di centristi, c’è il rischio che le primarie siano «inquinate» da voti esterni, in particolare da Cl?
«Non c’è questo rischio. Però io rivendico che con me gli amici di Formigoni rimarranno sempre all’opposizione. E credo che Sala debba fare chiarezza su alcune ambiguità emerse nel suo rapporto con ambienti vicini a Cl».
Penso alla introduzione del primo reddito minimo comunale d’Italia E venderei San Siro per finanziare lo sport nei quartieri
Da assessore ha promosso il rimborso per le famiglie che ospitano un profugo. Che bilancio fa dell’iniziativa?
«Hanno risposto 40 famiglie milanesi. Mi sembra una bella partenza. Ora la replicheremo a favore degli sfrattati. Aiutare chi aiuta. Anche questa è la Milano che vogliamo».