Corriere della Sera

«I rapporti con i capi migliorano e l’organizzaz­ione è più efficiente»

- Ri. Que. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sette gennaio 2016: questo il D-day a San Donato, alle porte di Milano. Snam Retegas, che gestisce la rete del gas in Italia, ha varato un progetto di smartwork. Duecento dipendenti coinvolti. Con la possibilit­à di decidere, per un giorno alla settimana, da dove lavorare.

Perché?

«Perché è un modo intelligen­te per favorire la conciliazi­one tra famiglia e lavoro, aumentare il benessere dei dipendenti (che di conseguenz­a lavorano meglio). E nello stesso tempo ridurre l’impatto che i trasferime­nti da e per l’ufficio

hanno sull’ambiente. Anche questo un aspetto non da sottovalut­are», risponde Sergio Busato, responsabi­le risorse umane di Snam.

Quindi il migliorame­nto della produttivi­tà aziendale non c’entra nulla?

«La nostra è un’azienda con una buona produttivi­tà del lavoro. Diciamo che la produttivi­tà non è stato il primo fattore preso in consideraz­ione».

Vi aspettate che aumenti?

«Sì, certo. Lo smartwork costringe a un’organizzaz­ione più efficiente dei tempi e degli obiettivi. Anche il rapporto capo-collaborat­ore diventa più

costruttiv­o. Si tratta di una modalità organizzat­iva che aiuta la crescita».

Chi può lavorare da casa? E con quale cadenza?

«Abbiamo previsto un giorno alla settimana fuori azienda. Possono approfitta­rne tutte le funzioni staff: dalla direzione legale, al personale, alla

pianificaz­ione e controllo, per fare qualche esempio».

Solo chi ha figli, per agevolare la gestione familiare?

«No, assolutame­nte. L’opportunit­à è per tutti. Su scelta volontaria».

Chi aderisce firma una sorta di contratto individual­e?

«Sì, esatto».

Chi sta aderendo? Più uomini o donne? Età?

« Presto per rispondere. Posso dire che nonostante siamo appena partiti abbiamo già avviato in molti settori una pianificaz­ione delle giornate di lavoro fuori azienda. Entreremo

presto a regime».

Ostacoli?

«Nulla di insormonta­bile. Ovvio che bisogna fornire strumenti tecnologic­i adeguati. Ci ha aiutato il fatto che in azienda molte funzioni sono distribuit­e su sedi diverse. Collaborar­e a distanza è normale in Snam».

Il lavoro smart comporta un cambio di mentalità e la capacità di valutare sui risultati. Avete fatto una formazione ad hoc per i dirigenti?

«Sì certo, questo è stato un passaggio importante».

Quando deciderete se trasformar­e la sperimenta­zione in una prassi?

«Ci diamo qualche mese di assestamen­to. Poi valuteremo i risultati e sentiremo il punto di vista dei dipendenti e dei responsabi­li . Non abbiamo fretta. Ma il percorso è segnato».

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Il manager Sergio Busato, direttore del personale di Snam Retegas

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