Come in alta quota Lo stile da città copia la montagna
Dal giaccone alle scarpe: tech dall’aria vintage
I riferimenti alla montagna si ritrovano ovunque. Da Z Zegna il trekking d’alta quota arriva in città sotto forma di capispalla tecnologici come i raincoat gommati e termosaldati nelle tonalità verde acido, arancio bruciato e bronzo. Sartorialità e sperimentazione da cui nascono pezzi unici come l’icon warmer, giacca e cappotto in morbido tweed con protezione termica personalizzata grazie a un pannello generatore di calore integrato, alimentato da un ricarica wireless.
Rossignol rilegge i suoi 108 anni sulla neve per pezzi perfetti per i nuovi inverni instabili: il giaccone in panno verde militare ha le trapunte piccole in nylon sui gomiti, la tasca con zip impermeabile sul davanti e il gallo ricamato sulla schiena. L’ad Alessandro Locatelli spiega la tendenza: «La montagna è sinonimo di purezza Corriere.it/ moda Personaggi, collezioni e curiosità della settimana della moda milanese nel Canale moda di Corriere.it e libertà. I capi tecnici sono legati anche a un certo stile di vita, perché lì hai bisogno di vestirti anche quando togli gli sci. Ispirazione perfetta per la moda d’oggi che deve essere consumata, utile».
Sono ispirate al razionalismo milanese, dall’estetica rigorosa ma iper funzionali, le borse di Valextra presentate nella boutique rinnovata dall’architetto Bernard Dubois: il porta camicia e cravatta in pelle vegetale s’inserisce nel borsone da viaggio. Ha lavorato sulle «divise» dell’operaio e dell’architetto il designer Federico Curradi da Peuterey: il giubbotto in fustagno con il colletto in shearling bianco ha le tasche applicate come il cappotto in panno doppiato ocra portato sulla camicia di maglia e la cravatta rovesciata dai modelli nella sala napoleonica di palazzo Serbelloni. «Il gentlemen 2016 si riappropria di pezzi classici, rinnovati nei tessuti grazie a mischie di colori e filati (pregiati con qualche inserimento di nylon) che conferiscono un effetto tridimensionale e vissuto» spiega Gianluigi Di Nino da Larusmiani. La giacca doppiopetto check è portata sul dolcevita in mohair punto riso, il cappotto si riprende la centralità.
Dalle contaminazioni tra rock e sport, formale e alta quota, nascono le nuove scarpe. Giuseppe Santoni parla di futurismo per «sperimentazioni su forme affusolate e tacchi squadrati » . Nella « sala montagna» c’è lo scarponcino ma è in coccodrillo spugnato a mano con interno in pelliccia. Contamina anche Alberto Guardiani che rende la sneaker elegante con una lavorazione in stile inglese e l’inserimento di feltro e camosci trattati. Da Cesare Paciotti è ufficiale: l’uomo girerà in ciabatte anche il prossimo inverno e la sneaker ha frange Navajo sormontate di borchie. Da Sergio Rossi il tronchetto da sera in vernice ha il gambaletto, la scarpa ha la fibbia laterale. Da Balli la derby fatta a mano è abbinata alle galosce gialle in gomma. Nel guardaroba pigiami stampati con le bocche, smoking in velluto di seta verde e prugna. Un mix di dandy sartoriale e sport. Così è il nuovo uomo.