Corriere della Sera

SE MARONI AMA IL DIALETTO PROMUOVA UN CENTRO STUDI

- Franco Brevini

Circola un’idea quanto mai fallace secondo cui i dialetti andrebbero protetti come specie a rischio di estinzione. Ad essa, purtroppo, si ispira anche la legge in corso di approvazio­ne presso la Regione Lombardia. Questa idea è falsa, perché le lingue non si pilotano. Neppure Manzoni, che era Manzoni e dietro aveva il nuovo Stato unitario, riuscì a imporre agli italiani il fiorentino colto. Che speranze può avere Maroni con il lombardo?

Se il tribunale della Storia ha decretato il tramonto dei dialetti, ormai ridotti, anche dove si parlano, a poco più che mascheratu­re fonetiche dell’italiano, una ragione dovrà pur esserci. Con la nostalgia non si va lontano. D’altronde che possibilit­à potrebbero avere delle lingue del particolar­e e dell’idiomatico nell’universo della globalizza­zione, dove anche le lingue nazionali sono in crisi? Sarebbe come pretendere di riesumare nell’era dell’hi-tech gli attrezzi dei musei contadini. Scuole di dialetto, cartelli stradali strapaesan­i, idiomi popolari nella pubblica amministra­zione sono solo folclore e infatti non hanno lasciato nulla, se non uno strascico di polemiche.

Se si ha veramente a cuore la tradizione dialettale, oggi si possono concretame­nte fare due cose. Primo, promuovere una seria educazione plurilingu­istica, che ribadisca la uguale dignità di tutti i codici e riabiliti le radici di ciascuno, nella persuasion­e che ogni lingua non è una semplice nomenclatu­ra, ma una visione del mondo. Secondo, studiare seriamente i dialetti e le tradizioni dialettali. A dispetto della sua dozzina di università, la Lombardia è fra le poche regioni che non hanno un centro studi qualificat­o. Manca un vocabolari­o storico dei dialetti lombardi e non sappiamo neppure esattament­e l’estensione del patrimonio letterario in dialetto.

Se invece la difesa del lombardo dovesse rivelarsi un mero strumento di discrimina­zione, allora non ci sarebbe neppure bisogno di scomodare la parola cultura.

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