Corriere della Sera

Il Napoli della triade ora pensa in grande col Pipita scatenato

Higuain, Sarri, De Laurentiis: la città sogna

- DAL NOSTRO INVIATO Guido De Carolis

‘O surdato ‘nnammurato si è reincarnat­o in un cecchino spietato, con un caricatore sempre pieno. Higuain colpisce grandi e piccoli, lasciando sul campo una lunga striscia di vittime. La sua doppietta ha già fumato sette volte in questa serie A, cinque nelle ultime 7 partite, e quando il Pipita s’è inceppato non trovando il gol, il Napoli solo in due occasioni è riuscito a vincere: con il Milan (0-4 a San Siro) e il Torino, 2-1 al San Paolo. Lo stadio ha imparato a festeggiar­e il bomber, che prima giustizia gli avversari e poi diventa direttore d’orchestra dei cori di gioia della curva B. Dopo il rigore fallito con la Lazio all’ultima giornata dello scorso campionato che costò l’esclusione dalla Champions League, è riscoppiat­o l’amore, così «Un giorno all’improvviso», come da incipit di quello diventato di fatto il nuovo inno dei partenopei, scritto da Stefano Righi, il Johnson dei Righeira, un tifoso juventino.

Napoli però non è solo Higuain che ha messo nel mirino i record di 35 gol di Nordhal e di 33 di Angelillo (il primo del 1950 era a 20 squadre, l’altro del 1959 a 18). L’argentino non dimentica cosa è stato il passato: «Siamo in un buon momento e dobbiamo continuare a sfruttarlo, ma manteniamo la calma. Io? Devo ringraziar­e il mister».

La trasformaz­ione del Pipita è avvenuta in estate, dopo quel rigore fallito con la Lazio e l’altro sbagliato nella finale di Copa America. Ha deciso di restare e di ripartire per cancellare l’amarezza. Si è consegnato a Sarri e il professore in tuta l’ha recuperato, cambiato, migliorato. Proprio quel tecnico, tra i meno pagati (700 mila a stagione) e con il contratto in scadenza a giugno, che a 57 anni e un solo campionato di serie A alle spalle forse mai più sperava di allenare simili campioni. «Se mi arrivasse un’offerta del Real Madrid? Non lo so. Allo scudetto non possiamo ancora pensarci, meglio concentrar­si sulla partita di Coppa Italia con l’Inter. In Italia c’è una squadra che ha vinto quattro scudetti consecutiv­i, tre supercoppe ed è arrivata in finale di Champions League. È la Juve la favorita».

Vero, però davanti con due punti di vantaggio c’è il Napoli di Higuain, di Sarri e pure del presidente De Laurentiis, primo architetto del successo azzurro. «Più che una mia vittoria quella di prendere Sarri è stata una mia intuizione, come pure la clausola rescissori­a da 94 milioni per Higuain: è evidente che i giocatori li sappiamo valutare».

Su un muro dei vicoli di Napoli c’è ancora una scritta, oggi sbiadita: «Aurelio non fare il piagnone, tira fuori il milione». Un graffio d’ironia di una piazza a caccia di un di più e che il patron alla fine ha conquistat­o dopo undici anni di reggenza. La doppia scommessa vinta è aver trattenuto Higuain e portato e difeso la scelta Sarri, tra lo scetticism­o generale. In 11 anni di regno è passato dalla serie C al primo posto, girando con il Napoli il più bel film della carriera, in attesa di conquistar­e l’Oscar scudetto. «Ci siamo anche noi per il titolo. Il primo avversario è la Juventus, l’Inter deve ancora crescere», sintetizza il presidente. C’è una nuova triade: De Laurentis, Sarri, Higuain. La Juve è avvertita.

 ??  ?? Incontenib­ile Gonzalo Higuain, 28 anni, ha già realizzato 20 gol: ha una media di un gol a gara L’argentino ha una clausola rescissori­a di 94 milioni (Sport Image)
Incontenib­ile Gonzalo Higuain, 28 anni, ha già realizzato 20 gol: ha una media di un gol a gara L’argentino ha una clausola rescissori­a di 94 milioni (Sport Image)

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