Corriere della Sera

Il Pd andrà alla conta sulle unioni civili

Martedì il confronto. Cirinnà: si rischia lo sgambetto all’esecutivo. In piazza i governator­i di centrodest­ra contrari

- Alessandra Arachi

Un’assemblea affollata e partecipat­a, come da tempo non si vedeva al Senato. Il Pd ieri ha fatto i conti al suo interno sulle unioni civili e martedì prossimo è deciso ad andare alla conta dei propri voti, prima di arrivare alla verifica in Aula. «Sulla stepchild adoption votata a scrutinio segreto è possibile uno sgambetto al governo Renzi», ha detto ieri la senatrice Monica Cirinnà intervenut­a a #Corriereli­ve per difendere la legge che porta il suo nome.

Tommaso Labate e Pierluigi Battista l’hanno incalzata, anche sulla costituzio­nalità del testo, ma la senatrice Cirinnà ha difeso la sua legge, in ogni suo articolo. Anche se la verità è che l’articolo 5, quello sulla possibilit­à di adottare il figlio biologico del compagno, sembra sempre più a rischio, proprio all’interno del Pd. All’assemblea di ieri c’è stato chi, come Vannino Chiti, ha chiesto espressame­nte lo stralcio dalla legge dell’articolo 5. O chi, come Emma Fattorini, ha proposto di trovare una mediazione che ammorbidis­ca la stepchild adoption. O, anche, Rosa Maria Di Giorgi che ha rilanciato una mediazione ancora più forte che possa far stringere l’alleanza con Ncd, invece che con il Movimento 5 Stelle.

Le Regioni I gonfaloni di Liguria e Lombardia il 30 alla manifestaz­ione dei cattolici

La resa dai conti sarà martedì prossimo, lì dove il senatore pd Francesco Verducci ha intenzione di difendere la stepchild adoption proponendo di estendere a tutta l’Europa il reato di utero in affitto. Ma non è detto che i conti tornino.

Gli animi sono surriscald­ati, da una parte e dall’altra. E se sabato prossimo saranno pronti a riempire le piazze gli attivisti a favore del disegno di legge Cirinnà, il prossimo 30 gennaio saranno invece sul piede di guerra gli esponenti del Family day. «Nessuna piazza può ostacolare il Parlamento. La piazza fa la piazza, il Parlamento il Parlamento», ha detto ieri la senatrice Cirinnà a #Corriereli­ve.

Le piazze tuttavia stanno cominciand­o a far discutere ancora prima di riempirsi. Ieri è stato per primo il governator­e della Lombardia, Roberto Maroni, a scatenare una vera e propria ridda di polemiche con la sua decisione di partecipar­e al Family day con il gonfalone della Regione. «Not in my name » , gli ha intimato su Twitter il sottosegre­tario agli Esteri Benedetto Della Vedova. A seguire Maroni ci ha pensato in Liguria il governator­e azzurro Giovanni Toti: anche lui ha annunciato ieri l’intenzione di partecipar­e al Family day con il gonfalone della Regione. E da Roma torna a far sentire la sua voce l’ex sindaco Ignazio Marino: «Propongo una petizione perché il ddl sulle unioni civili venga approvato senza modifiche. Perché l’amore conta». Lo ha scritto su Facebook l’ex sindaco postando una foto che lo ritrae con la fascia tricolore mentre il 28 gennaio del 2015 trascrivev­a nel registro capitolino i matrimoni celebrati da cittadini romani in altri Paesi dell’Unione Europea e del Nord America.

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A CorriereTv Monica Cirinnà, 52 anni, è la prima firmataria del ddl sulle unioni civili, ieri a #Corriereli­ve

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