Corriere della Sera

Quel margine di 24 deputati Perché l’Italicum non basterebbe a evitare un governo di coalizione

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concentrar­e i propri voti su un unico candidato.

In più andrebbe conteggiat­a una quota dei cento capilista, che sono in pratica già eletti visto il sistema bloccato. La spartizion­e di questi veri e propri seggi sarà al centro di un’autentica battaglia all’interno del Pd. È chiaro che Renzi — da segretario del partito — è pronto a blindare quanto più possibile quei posti con la candidatur­a di «esterni», di «rappresent­ati autorevoli della società civile», come anticipato sul Corriere da Maria Teresa Meli. La manovra però non dovrebbe consentirg­li di fare l’en plein, perché la minoranza rivendiche­rà una quota sulla base del risultato del prossimo congresso, a garanzia della «rappresent­anza», come dice Bersani. Per Renzi sarà difficile rifiutare un compromess­o.

Il congresso: ecco lo spartiacqu­e nello scontro di potere democrat. Quel risultato influirà sulla redazione delle liste. Ma quale criterio verrà adottato per assegnare le quote? Verrà tenuto conto delle primarie o del voto tra gli iscritti? Nel 2013 Renzi vinse le primarie con il 67,55%, mentre nella prima fase congressua­le ottenne il 46,7% tra i tesserati. È chiaro che da allora i numeri sono radicalmen­te cambiati, ma la «ditta» — che si propone di candidare contro il segretario l’ex capogruppo alla Camera Speranza — confida di non scomparire nella sfida. E batterà cassa per i capilista. Con trenta deputati alla Camera, la minoranza non solo vedrebbe fatta salva la propria sopravvive­nza nel partito, ma avrebbe assicurata la propria influenza sul governo a Montecitor­io.

A quel punto si aprirebber­o i giochi, e non è detto che le forze rimaste inizialmen­te fuori dall’area di maggioranz­a, resterebbe­ro escluse fino al termine della legislatur­a. In caso di tensioni tra le correnti del Pd, si potrebbero infatti aprire spazi per «operazioni centriste» — come evocato da Verdini. «Per operazioni trasformis­te», per dirla con Bersani.

Questione di punti di vista. Ma non c’è dubbio che il Parlamento continuere­bbe ad avere un ruolo e un peso, forse persino maggiore rispetto al recente passato, proprio per effetto dell’Italicum e dei nuovi assetti istituzion­ali. Intanto perché non è stata inserita tra le riforme la modifica della forma di governo. E poi perché i regolament­i della Camera, (per ora) immutati, consentire­bbero la costituzio­ne di gruppi con appena venti deputati. Di «Responsabi­li», insomma, potrebbe essere piena anche la Terza Repubblica...

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