Corriere della Sera

«Io di sinistra ma senza tessera Voglio che restino a Milano le entrate di tutte le tasse locali»

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Ha tre figli piccoli (5, 8 e 12 anni). E se chiedi a Francesca Balzani un progetto che le piacerebbe realizzare per Milano, arriva la risposta da mamma: «Vorrei occuparmi di sicurezza dei bambini estendendo a tutte le scuole la chiusura delle strade davanti agli ingressi negli orari di entrata e uscita. Un’ottima cosa per la sicurezza dei bambini e anche per la qualità dell’aria, visto che solitament­e di fronte ai cancelli si concentran­o decine di macchine e quelle vie diventano una camera a gas».

Come si garantisce la trasparenz­a negli appalti?

«In questi anni abbiamo governato con assoluta onestà e trasparenz­a applicando le migliori regole. Il passo successivo potrebbe essere “il cantiere aperto” ossia un monitoragg­io online accessibil­e a tutti dell’avanzament­o dei lavori. Il vero problema non sono le gare ma l’esecuzione delle opere e le loro varianti».

Troppe tasse a Milano?

«Oggi lo Stato si prende 250 milioni dell’Imu che pagano i milanesi. Parliamo della più importante tassa locale. Il 2016 dovrà essere l’anno di una grande riforma della fiscalità locale con la sostituzio­ne delle vecchie imposte a favore di una nuova local tax. Il cuore di questa rivoluzion­e, perché sia veramente tale, è che tutte le tasse locali restino a Milano e possano così migliorare la città e la vita dei milanesi».

È decisiva la trasparenz­a sugli appalti Sono per un monitoragg­io online aperto a tutti sullo stato dei lavori Gli assessori a sostegno di Sala? Tra noi ci sono anche scontri accesi ma in giunta non c’è alcuna tensione Ho da poco la residenza Ma quando mi è stato chiesto di candidarmi ero già cittadina con testa e cuore

Lei si sente una candidata «di sinistra»?

«Sono una donna che non ha mai fatto tradiziona­le vita di partito e non ha mai avuto tessere: fino al 2007 ho fatto l’avvocato con Victor Uckmar e vengo dalla società civile. Poi sono stata eletta al parlamento europeo per il Pd: sono indipenden­te e mi riconosco nei valori del Partito democratic­o, per una sinistra assolutame­nte moderna e progressis­ta. Quanto poi al mio approccio, è soprattutt­o pragmatico: ho raddoppiat­o i proventi della lotta all’evasione e secondo me questa è una cosa di sinistra».

Ritiene che questo sia il profilo giusto per la Milano moderata?

«Sono madre di tre figli e conosco i problemi quotidiani che questo comporta, mi sono occupata di risorse pubbliche, dove fare un bilancio significa trovare risposte equilibrat­e e concrete e guardare al futuro usando la massima attenzione alle persone, a partire dalle più deboli. Ho vissuto anche una bellissima esperienza internazio­nale: stare a Bruxelles ti insegna ad affrontare la politica in modo da non essere vittime ma protagonis­ti della dimensione europea. Credo che tutti i milanesi possano apprezzare questi argomenti».

Il suo avversario Pierfrance­sco Majorino la accusa di averlo prima spinto a candidarsi, per poi scendere in campo lei stessa. Risposta?

«Mi sono candidata perché in questo momento penso di essere la persona giusta per battere il centrodest­ra e governare Milano».

La maggioranz­a degli assessori è schierata con Giuseppe Sala: come sono oggi i rapporti di giunta?

«Non confondiam­o i piani. Ciascuno di noi ha un ruolo amministra­tivo preciso, sue responsabi­lità e sue deleghe. Questo non ci impedisce di avere una dimensione di vita e politica dove ci sono confronti e talvolta scontri anche un po’ accesi».

Questo non pregiudica l’attività amministra­tiva?

«In giunta non c’è stato alcun momento di tensione, abbiamo avuto anche all’ultima seduta una discussion­e tranquilla e abbiamo approvato le delibere all’unanimità».

Sala è sotto accusa per aver usato la sede di Expo per un incontro elettorale. Come vede il problema?

«Mi interessan­o di più i condi ti di Expo, su cui va garantita la totale trasparenz­a».

Lei da quando è residente a Milano?

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