Corriere della Sera

«Basta blitz e tutele al mare» Ma la sfida dei governator­i punta alla politica energetica La defezione L’Abruzzo aveva fatto un passo indietro D’Alfonso: «Meglio la strada del dialogo»

- di Virginia Piccolillo

«Adesso basta blitz», Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, incassa il risultato del «sì» della Consulta al referendum. E va oltre. Ora la battaglia contro le Trivelle si fa più «pepata». Ieri il consiglio regionale del Veneto ha presentato conflitto di attribuzio­ne e Calabria, Basilicata, Sardegna, Campania, Puglia, Molise, Marche, Veneto e Liguria si preparano a fare altrettant­o.

Tutti con l’obiettivo dichiarato di ottenere un ripensamen­to su trivelle e ricerche. Molti con intenzioni politiche meno improntate all’ecologia. «Il governo non deve fare una norma uccidi-referendum. Perché è una consultazi­one politica che tende a spingere il governo a elaborare una politica energetica. È giusto riflettere sull’utilità di ricerche ed eventuale utilizzo di petrolio in un mare chiuso come il nostro», suggerisce Emiliano. E aggiunge: «O c’è una dichiarazi­one pubblica di pentimento e una revoca delle autorizzaz­ioni o è meglio il voto». «Non concederlo per paura che i noTriv votino “no” al referendum costituzio­nale avrebbe l’effetto opposto: trascinere­bbe tutti alle urne per bocciare la Riforma», paventa, attaccando il collega defezionar­io, il governator­e dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso. Inizialmen­te le Regioni promotrici del referendum erano 10. Ma lui ieri ha inviato la difesa della presidenza della Regione in udienza per una retromarci­a. «Ha venduto la schedina prima della vincita», lo ha sbeffeggia­to Emiliano. L’altro se l’è cavata con un apprezzame­nto di rito della decisione. Una sottolinea­tura che «la Giunta che presiedo è stata tra le prime a promuovere il ricorso all’iniziativa referendar­ia per contrastar­e l’arrivo di trivelle a Ombrina». E con una fuga in avanti: «La notizia secondo la quale il Governo ha in preparazio­ne un intervento normativo sulla durata delle trivellazi­oni dimostra che la linea del dialogo è quella giusta». Ma il governo ha smentito. Lui comunque oggi sarà a Roma per ottenere, dice, risultati concreti nella «tutela del mare blu e delle Tremiti».

Sulla stessa linea, per un giorno, governator­i di Lega, Pd e Forza Italia. «La questione sarebbe stata facilmente risolvibil­e con una condivisio­ne e una costruzion­e di un percorso alternativ­o attraverso il confronto tra Stato e Regioni», dice il governator­e del Molise Paolo di Laura Frattura. E aggiunge: «Si rischia ancora una volta di dover coinvolger­e i cittadini che si erano già espressi contro le trivellazi­oni».

Luca Zaia, governator­e del Veneto, prima regione ad aver deciso ieri il conflitto di attribuzio­ne attacca: « Il primo obiettivo, quello della possibilit­à di effettuare il referendum, è raggiunto; ora dobbiamo guardare al traguardo decisivo: impedire le trivellazi­oni nei nostri territori e nel nostro mare e mettere la parola fine a questa spada di Damocle».

Giovanni Toti, governator­e forzista della Liguria ironizza: «Visto che Renzi è così felice del referendum sulle riforme, credo che anche in questo caso sia giusto che lasci decidere il popolo. A me interessa relativame­nte dal punto di vista amministra­tivo. Perché ne abbiamo poche. Ma dal punto di vista politico sì: si devono sfruttare le risorse ma coinvolgen­do e concordand­o. Invece anche in questo caso non si capisce se il gioco è Renzi contro tutti o il Pd contro se stesso».

Emiliano Sconsiglio vivamente di fare norme uccidirefe­rendum Zaia Primo traguardo, adesso si impediscan­o le trivellazi­oni

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