Corriere della Sera

Lotta di classe sul canale anti alluvioni Proprietar­i delle ville contro il cantiere

Genova, ricorso al Tar: «Deturpa l’ambiente». La replica: «Voi in sdraio, noi nel fango»

- Erika Dellacasa

Su un lenzuolo hanno scritto: «9 sulla sdraio 90 mila nel fango » e sono scesi in piazza. Così un gruppo di genovesi ha sintetizza­to la querelle che li vede contrappos­ti a 9 firmatari di un ricorso al Tar per bloccare la costruzion­e di un capannone-piattaform­a in cemento armato funzionale al cantiere per la messa in sicurezza del torrente Fereggiano. I 90mila sono gli abitanti della Valbisagno e delle vicine aree cittadine a rischio alluvioni. Il I Cinque Stelle e Legambient­e a fianco dei ricorrenti: «È un catafalco devastante» Il corteo La manifestaz­ione dei genovesi per lo scolmatore in costruzion­e — vicino ai Bagni Squash che avrà il compito di «coprire» il cantiere e consentire che i 150 operai impegnati per tre anni nello scavo di una galleria lunga 900 metri possano lavorare 24 ore su 24. Conterrà anche il rumore e le polveri in un’area molto ventosa.

Anche sui lavori di messa in sicurezza del torrente che col Bisagno minaccia la città, i genovesi hanno trovato modo di mettere in scena il loro scontro preferito: élite contro popolo, privilegio di pochi contro interessi collettivi. Ma con i ricorrenti si schierano gli ambientali­sti. Andrea Agostini di Legambient­e parla di «catafalco che impatta in maniera devastante», richiama le leggi sulla tutela del paesaggio e difende il diritto di opporsi alla «cattiva amministra­zione». Concordi i M5S, che accusano il Comune di aver bypassato le autorizzaz­ioni paesaggist­iche. Il Pd difende la piattaform­a e l’assessore Gianni Crivello si unisce ai manifestan­ti: «Prima di ricorrere al Tar col rischio di rallentare i lavori queste persone potevano chiedere, avrei spiegato. Siamo in regola col paesaggio».

I nove ricorrenti sono intanto diventati 8 perché un noto farmacista si è sfilato. E uno dei più importanti studi legali di Genova, l’Acquarone, precisa che i suoi assistiti «non si dolgono dello scolmatore, opera provvidenz­iale e attesa troppo a lungo», ma si oppongono «al completame­nto e al mantenimen­to di un’opera deturpante, non giustifica­bile con la provvisori­età». La vera paura è che il provvisori­o (la piattaform­a sarà demolita nel 2018) diventi perenne. «Brutto lo è — dice un promotore della manifestaz­ione pro-capannone Giancarlo Moreschi, Vigile del fuoco — ma le alluvioni lo sono di più e io le ho viste. Anche la Tour Eiffel doveva essere smantellat­a e poi è piaciuta». La parola al Tar.

Pochi giorni prima, il 10 novembre, erano esondati i torrenti Campodonic­o e Rupinaro allagando il centro storico di Chiavari: due le vittime

Le posizioni

Il 25 ottobre 2011 nello Spezzino e nella Lunigiana cadono 520 millimetri di acqua in meno di sei ore: tredici i morti

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