Corriere della Sera

Il cartellone delle mostre 2016-2017 Boccioni & C., l’arte diffusa occupa Milano

- Di Annachiara Sacchi

arte a Milano. Diffusa, come richiedono i canoni urbanistic­i di oggi, senza un’unica sede espositiva (e quindi Palazzo Reale, il nuovo Mudec, la Galleria d’arte moderna, il Museo del Novecento), aperta a diverse forme espressive (dalla fotografia di Giovanni Gastel alle carte di Mimmo Paladino), contaminat­a con le nuove tecnologie (c’è anche la realtà aumentata per spiegare come funzionano i vulcani), accessibil­e a esperti e curiosi di tutte le età, bambini compresi. Catalogo delle mostre ambrosiane: si parte con Boccioni, Basquiat, Miró, Rubens. Si continua, l’anno prossimo, con Caravaggio, Dalí, Dürer, Toulouse-Lautrec.

Programma 2016-2017, ieri a presentarl­o c’erano Giuliano Pisapia e l’assessore Filippo Del Corno. Il sindaco, in fase di commiati e bilanci (2015 da record e 10 mila visitatori al giorno solo a dicembre nei musei civici), ha rivendicat­o la sua visione: «A chi diceva che con la cultura non si mangia abbiamo dimostrato che investire in questo settore significa investire nel futuro della città e dell’intero Paese». Anche dopo Expo. E infatti il 2016 parte con mostre importanti come quella dedicata al Simbolismo. La sede sarà Palazzo Reale, centro artistico che avrà come star dell’anno Umberto Boccioni (in primavera, con il centenario della morte) e Rubens (in autunno), oltre a due maestri contempora­nei: Emilio Isgrò (antologica a giugno) e Arnaldo Pomodoro (a novembre) .

Ma, si diceva, la rete museale si espande. Ecco allora che al Mudec, il museo delle culture, continua il dialogo tra artisti e primitivis­mo con la mostra dedicata a Joan Miró (a marzo), il workshop del maori George Nuku fino ad arrivare, in ottobre, alla retrospett­iva su Jean-Michel Basquiat. Da non perdere: il lavoro dello Studio Azzurro a Palazzo Reale, i grandi della fotografia a Palazzo della Ragione ( Herb Ritts, William Klein, Gastel, James Nachtweyl) e al Castello Sforzesco con Paolo Monti.

Archeologi­a, scultura, l’arte che verrà (con 2050. Breve storia del futuro a Palazzo Reale), il genio di Bruno Munari (al Museo dei Bambini), il racconto della rinascita ambrosiana nel decennio 1943-1953. Milano si celebra. E si mette in mostra.

L’anno scorso il record di 10 mila visitatori al giorno nei musei civici. Pisapia evoca «chi dice che la cultura non si mangia»: «Così noi investiamo nel futuro»

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