«Il canguro? La mia arma contro chi vuole bloccare tutto»
Ha scritto lui l’emendamento già ribattezzato «salva Cirinnà», quello in grado di tagliare in un sol colpo centinaia di emendamenti, oltre sei mila quelli che gravano sulla legge per le unioni civili. Ma lui, Andrea Marcucci, il più renziano dei senatori Pd, vorrebbe non doverlo usare mai, questo «super canguro»: «Io non lo chiamo così. E mi auguro una discussione parlamentare serena, sincera, appagante e, soprattutto, costruttiva», dice. E spiega: «Quell’emendamento premissivo deve servire da monito, è una misura cautelare per chi vuole strumentalizzare il dibattito e ostacolare la legge». Lui, il cinquantenne Marcucci, ha invece un unico faro in questa vicenda di diritti civili: farla passare questa legge, che per la prima volta varca la soglia di un’aula parlamentare il prossimo 28 gennaio. Ed è per questo
che si è speso in prima persona anche per l’unico emendamento del Pd che ancora rimane in piedi come mediazione tra tutte le anime dem: quello che sulla stepchild adoption trova un punto di equilibrio tra adozione e affido, grazie ad un pre affido di due anni. Andrea Marcucci lo ha firmato insieme a Giorgio Pagliari, questo emendamento. Dice ancora: «Sono un parlamentare di lungo corso, sono entrato alla Camera che avevo ventisei e sono abituato a leggere i regolamenti». Per questo il senatore toscano Marcucci sa bene che delle due strade può percorrerne solo una: se gli riesce la mediazione sulla stepchild adoption, deve buttare a mare l’emendamento premissivo che altrimenti taglierebbe l’articolo della sua stessa mediazione. In ogni caso è molto ottimista sulla legge: «Sono convinto che non ci si lascerà prendere la mano e non si sprecherà quindi questa occasione storica: il buon senso prevarrà tra tutti».