Forte: no ai due fronti contrapposti Bene le tutele, ma la famiglia è altro
L’arcivescovo: la Chiesa non ignora i condizionamenti che ha la Ue sulla politica italiana
CITTÀ DEL VATICANO Che direbbe, eccellenza, alle persone che hanno sfilato per le unioni civili?
«Direi che la tutela dei diritti delle unioni di fatto è una cosa, e anche loro hanno il diritto di promuoverli in piazza, ben altro è equipararle alla famiglia formata da uomo e donna, o pretendere che nella genitorialità e nell’educazione dei figli non debba valere il principio della reciprocità tra maschile e femminile. Inviterei ciascuno a stemperare i toni della polemica, dall’una e dall’altra parte. Ciò che sta al centro non dev’essere una “battaglia” contro chicchessia, ma la promozione dei diritti di tutti».
L’arcivescovo e teologo Bruno Forte, chiamato da Francesco come segretario speciale del doppio Sinodo sulla famiglia, invita a confrontarsi con calma: «Quello che dovrebbe accomunare tutti, anche a livello parlamentare, è la tutela della dignità della persona umana».
Come ha letto l’invito del Papa a non fare «confusione» tra famiglia e altre unioni?.
« Francesco ha ribadito il Vangelo della famiglia. Al Sinodo si è riaffermato il valore irrinunciabile della famiglia per la crescita della persona e della società, un grande “sì” per dire la convinzione profonda che abbiamo come credenti e uomini, e per la quale una unione di altro tipo non è mai equiparabile al matrimonio tra uomo e donna. Un secondo elemento è che il Papa non parla mai contro nessuno. Ha spiegato che se le persone vivono situazioni lontane da questo modello, non per questo devono sentirsi escluse. La Chiesa è chiamata ad includere e far sentire la sua prossimità a tutti».
Lei come la vede?
«Il Papa mette in luce il rispetto e l’accoglienza per ogni persona. Bisogna rispettare il diritto delle persone che decidono di condividere la vita in una unione stabile. Ma non vuol dire che si tratti di una famiglia nel senso in cui viene definita dalla stessa Costituzione».
Perché si avversa la «stepchild adoption»?
« Le riserve mi sembrano ben fondate. Non si tratta di lottare contro qualcuno ma di impegnarsi a favore di tutti. Sui diritti delle persone non mi sembra ci sia controversia. Ma se sono diritti da difendere quelli delle due persone nel rapporto di coppia, parimenti lo è il diritto del minore ad avere esperienza della reciprocità fra maschile e femminile a livello genitoriale. È una componente decisiva nella formazione: il bambino è una persona che ha dei diritti».
Fu un errore il no ai Dico?
«Ad ogni giorno basta il suo affanno, dice il Vangelo. È cambiato molto il contesto culturale, la Chiesa vive nella storia e certo non ignora i condizionamenti che ha la Ue sulla politica italiana».
I vescovi non sembrano d’accordo sulle unioni civili in sé…
«L’unanimità dei vescovi intorno al Papa è sul valore assoluto e fondante della famiglia formata da uomo e donna e aperta alla vita e alla genitorialità. Il resto fa parte delle strategie…»
E il Family day?
«Chi crede nel valore della famiglia ha il diritto di poterlo testimoniare, come vescovo guardo alla manifestazione positivamente perché essa esprime la sensibilità diffusa tra credenti e non a favore della famiglia. Ritengo giusto e bello che siano i laici e le famiglie stesse a promuoverla».
Il Papa diceva che non c’è bisogno di «vescovi pilota…»
«Appunto. È giusto che le famiglie siano protagoniste nel sostenere i loro diritti, pur nel rispetto dei diritti degli altri che, a loro volta, devono essere rispettosi. Vale per tutti: non puoi difendere un tuo diritto se neghi quello altrui».
Vale per tutti: non puoi difendere un tuo diritto se neghi quello altrui