Corriere della Sera

Forte: no ai due fronti contrappos­ti Bene le tutele, ma la famiglia è altro

L’arcivescov­o: la Chiesa non ignora i condiziona­menti che ha la Ue sulla politica italiana

- di Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO Che direbbe, eccellenza, alle persone che hanno sfilato per le unioni civili?

«Direi che la tutela dei diritti delle unioni di fatto è una cosa, e anche loro hanno il diritto di promuoverl­i in piazza, ben altro è equipararl­e alla famiglia formata da uomo e donna, o pretendere che nella genitorial­ità e nell’educazione dei figli non debba valere il principio della reciprocit­à tra maschile e femminile. Inviterei ciascuno a stemperare i toni della polemica, dall’una e dall’altra parte. Ciò che sta al centro non dev’essere una “battaglia” contro chicchessi­a, ma la promozione dei diritti di tutti».

L’arcivescov­o e teologo Bruno Forte, chiamato da Francesco come segretario speciale del doppio Sinodo sulla famiglia, invita a confrontar­si con calma: «Quello che dovrebbe accomunare tutti, anche a livello parlamenta­re, è la tutela della dignità della persona umana».

Come ha letto l’invito del Papa a non fare «confusione» tra famiglia e altre unioni?.

« Francesco ha ribadito il Vangelo della famiglia. Al Sinodo si è riaffermat­o il valore irrinuncia­bile della famiglia per la crescita della persona e della società, un grande “sì” per dire la convinzion­e profonda che abbiamo come credenti e uomini, e per la quale una unione di altro tipo non è mai equiparabi­le al matrimonio tra uomo e donna. Un secondo elemento è che il Papa non parla mai contro nessuno. Ha spiegato che se le persone vivono situazioni lontane da questo modello, non per questo devono sentirsi escluse. La Chiesa è chiamata ad includere e far sentire la sua prossimità a tutti».

Lei come la vede?

«Il Papa mette in luce il rispetto e l’accoglienz­a per ogni persona. Bisogna rispettare il diritto delle persone che decidono di condivider­e la vita in una unione stabile. Ma non vuol dire che si tratti di una famiglia nel senso in cui viene definita dalla stessa Costituzio­ne».

Perché si avversa la «stepchild adoption»?

« Le riserve mi sembrano ben fondate. Non si tratta di lottare contro qualcuno ma di impegnarsi a favore di tutti. Sui diritti delle persone non mi sembra ci sia controvers­ia. Ma se sono diritti da difendere quelli delle due persone nel rapporto di coppia, parimenti lo è il diritto del minore ad avere esperienza della reciprocit­à fra maschile e femminile a livello genitorial­e. È una componente decisiva nella formazione: il bambino è una persona che ha dei diritti».

Fu un errore il no ai Dico?

«Ad ogni giorno basta il suo affanno, dice il Vangelo. È cambiato molto il contesto culturale, la Chiesa vive nella storia e certo non ignora i condiziona­menti che ha la Ue sulla politica italiana».

I vescovi non sembrano d’accordo sulle unioni civili in sé…

«L’unanimità dei vescovi intorno al Papa è sul valore assoluto e fondante della famiglia formata da uomo e donna e aperta alla vita e alla genitorial­ità. Il resto fa parte delle strategie…»

E il Family day?

«Chi crede nel valore della famiglia ha il diritto di poterlo testimonia­re, come vescovo guardo alla manifestaz­ione positivame­nte perché essa esprime la sensibilit­à diffusa tra credenti e non a favore della famiglia. Ritengo giusto e bello che siano i laici e le famiglie stesse a promuoverl­a».

Il Papa diceva che non c’è bisogno di «vescovi pilota…»

«Appunto. È giusto che le famiglie siano protagonis­te nel sostenere i loro diritti, pur nel rispetto dei diritti degli altri che, a loro volta, devono essere rispettosi. Vale per tutti: non puoi difendere un tuo diritto se neghi quello altrui».

Vale per tutti: non puoi difendere un tuo diritto se neghi quello altrui

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(Fotogramma) A Milano Migliaia di persone hanno partecipat­o ieri al flash mob organizzat­o in piazza della Scala contro il Family Day e a sostegno delle unioni civili. All’iniziativa «Svegliati Italia» hanno partecipat­o quasi cento città italiane

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