Il caos in Tunisia visto dai craxiani «Bettino aveva previsto tutto»
HAMMAMET (TUNISIA) Il capanno in riva alla spiaggia da cui Bettino Craxi amava contemplare il mare. La casetta degli amici pescatori, da cui si alza il profumo della brace. E il commiato inciso sulla lapide: «La mia libertà equivale alla mia vita». A 16 anni dalla morte, il 19 gennaio 2000, sui luoghi del leader socialista poco o nulla sembra cambiato. Eppure sulla Tunisia ha soffiato forte il vento della storia e, in questi giorni di coprifuoco e scontri, le parole dell’ex premier riecheggiano tra i «reduci», arrivati dall’Italia per commemorarlo in barba agli avvisi della Farnesina. «Craxi aveva previsto tutto», lo omaggia la figlia Stefania, stretta in una jalaba di lana di cammello: «Se l’Europa avesse seguito la via del Mediterraneo che mio padre aveva indicato, oggi non avremmo il terrorismo e l’instabilità». Nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet le fronde delle tamerici accarezzano le tombe. I nostalgici, portati in Tunisia dalla Fondazione Craxi, si fanno il segno della croce, qualcuno lascia cadere un garofano rosso per il latitante di Tangentopoli che scelse l’autoesilio. Ci sono le magliette-santino, l’ambasciatore Raimondo De Cardona, la nipote Benedetta con nonna Anna, vedova di Bettino. E c’è il figlio Bobo che bacia la sorella Stefania, un gesto che allontana ancor più gli e chi della politica italiana e una rivalità che non fa più notizia. Il viceministro Nencini non è venuto e Stefania non sembra dolersene: «Di lui non si occupa nessuno, perché mai dovrei farlo io?». Ci sono Aristide Gunnella, Angelo Cresco e altri volti meno noti della stagione craxiana. Ma quest’anno si nota il forfait del senatore verdiniano Lucio Barani. «Ce ne faremo una ragione» dice la figlia, che per ristabilire «la verità politica e morale» dello statista rottamato da Mani pulite non risparmia nessuno: «Renzi? In Tunisia ha fatto solo una comparsata. Dicono che sembra Craxi e invece è solo un balilla, tutto pane e moschetto». E mentre Stefania apre le porte della casa di Hammamet e ancora si commuove per la «leggenda falsa e cattiva dei rubinetti d’oro», Bobo se ne sta defilato. «È una figura centrale. Adesso anche i detrattori riconoscono la statura di Craxi. Resterà nella storia, con tutta la sua potenza tragica». L’Italia non lo ha rimosso? «Lo ha riscoperto. Se mai riportassimo la salma in Italia, per un funerale postumo, verrebbero migliaia di persone».