Corriere della Sera

«Io, nell’ospedale dei sospetti Un’iniezione, poi il coma: la mia vita e 4 giorni di buio»

Gianfranco, 75 anni, nel reparto dell’infermiera indagata per 6 morti

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«Ricordo solo che al pronto soccorso sono entrato con le mie gambe. Dopo, è stato il vuoto. Ho perso quattro giorni della mia vita, mi sono svegliato a Treviglio e dicevo: ma io cosa ci faccio qui? Quello non era l’ospedale di Piario». Gianfranco Pecis dice che è stato per l’intervento di Papa Giovanni che è uscito dal coma. «Ha guardato giù» assicura Orsola Trussardi, la moglie.

Per capire serve un passo indietro. L’ospedale «Locatelli» di Piario, Alta Val Seriana, da novembre è al centro di un’inchiesta della procura di Bergamo. Il sospetto è che Anna Rinelli, 42 anni, origini milanesi, Al «Locatelli» di Piario sequestrat­e 89 cartelle cliniche: alcune salme saranno riesumate cliniche, quelle di chi, negli ultimi due anni, dopo il ricovero è deceduto o finito in coma. È il caso di Pecis, 75 anni, 40 passati «a fare il lattoniere sui tetti di Lugano». Lui racconta: «Sono tutto un ricamo» e cita l’ernia al disco, la spalla, le ginocchia, i piedi. «Però — assicura — non ho mai avuto problemi gravi, salvo la pleurite da bambino».

Il 5 agosto 2015 prende l’auto e va a ritirare gli esami del sangue a Piario. Da un paio di settimane ha un dolore al torace per una caduta e ne approfitta per farsi fare una lastra. Da lì comincia l’incubo. Quel buco di quattro giorni passati in coma. La corsa a Treviglio. E il pensiero che mette paura di quelle morti sulle quali si indaga.

È ancora la moglie Orsola, 68 anni, a scendere nei dettagli: «Quel giorno lo hanno ricoverato in Medicina perché, si è scoperto in seguito, stava rischiando una trombosi. Quando l’ho lasciato era tranquillo. La mattina dopo, invece, il telefono squilla alle 7 e mi dicono di correre perché mio marito aveva fatto tribolare tutta notte. L’ho trovato che era come un’altra persona. Tutto sudato, con il catetere, l’ossigeno. Iniziava a straparlar­e. Aveva avuto un peggiorame­nto enorme e nessuno mi spiegava il perché». Il figlio lo assiste durante la notte successiva. «Non dormiva — prosegue la donna —, era agitato. A un tratto un’infermiera si è avvicinata con una fiala e gliel’ha versata nella flebo. Mio figlio le ha chiesto che cos’era, ma lei non ha risposto. Non sa se era l’infermiera finita nei guai per il Valium». In cucina Orsola Trussardi insieme con il marito Gianfranco Pecis

Altri familiari l’hanno identifica­ta. Un ignaro parente sarebbe stato anche coinvolto: «Mi aiuta a tenere fermo il paziente?», avrebbe chiesto la Rinelli mentre iniettava. Alle 13 del giorno dopo Pecis entra in coma. «Ci hanno riferito che non funzionava un polmone ma senza mai spiegarci il motivo.

Gli omicidi

Il Valium

L’ipotesi è che la 42enne usasse forti dosi di Valium per finire il turno senza fastidi

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