Corriere della Sera

A misura di famiglia

Cambiano i ruoli tra genitori e le ambizioni (degli uomini) sono diverse da quelle di ieri: ecco perché vanno ripensate anche le regole del lavoro

- di Giuliana Ferraino @16febbraio

Cambiare

DAVOS «Perché siamo in grado di inventare la driveless car, l’auto che si guida da sola, ma non riusciamo ad applicare la nostra creatività e le nuove tecnologie che promettono di rivoluzion­arci la vita per innovare il posto di lavoro e adattarlo alle esigenze di una famiglia che cambia?», chiede Kate Marie Sigfusson, 30 anni, americana, un figlio di 21 mesi e un secondo in arrivo a giugno, fondatrice e ceo di Babies4bab­ies, una startup che ha creato a Chicago due anni fa. «Io do la stessa importanza alla famiglia e alla carriera, penso che sia tempo di ridisegnar­e le regole del lavoro», afferma.

L’ingresso della donna nel mondo del lavoro, e la sua fuoriuscit­a a causa della maternità, l’invecchiam­ento della popolazion­e che comporta la cura

La politologa Slaughter: riconoscer­e che gli uomini sono padri come le donne madri

dei genitori anziani, l’adozione da parte di genitori dello stesso sesso sono alcune delle nuove sfide che mettono in crisi non soltanto l’organizzaz­ione del nucleo familiare, con un necessario cambiament­o del ruolo di chi porta a casa la pagnotta, il «breadwinne­r», come dicono gli americani, ma impongono anche un’evoluzione delle norme e delle aspettativ­e sul posto di lavoro.

Il Giappone, che ha il più basso tasso di natalità al mondo ma una delle popolazion­i più vecchie, con ritardo sta cercando per legge soluzioni per invertire la tendenza. In aprile entrerà in vigore «una legge che impone alle aziende con più di trecento dipendenti di riservare una certa quota di assunzioni alle donne, e il governo prepara una riforma fiscale che garantisce un trattament­o preferenzi­ale per incoraggia­re la convivenza di tre generazion­i sotto lo stesso tetto», spiega Yasuhisa Shiozaki, ministro della Sanità, del lavoro e del welfare giapponese. Tra le priorità c’è inoltre un provvedime­nto per la creazione di asili nido aziendali.

Gli studi dimostrano che quando le donne lavorano, l’economia cresce di più e le aziende sono più produttive. Eppure cambiare le regole sembra difficilis­simo. Secondo l’ultimo Global Gender Gap Report pubblicato dal World Economic Forum, serviranno 81 anni per azzerare le distanze tra uomo e donna. Ma ci sono azioni che, se adottate subito, possono accelerare i tempi. «Per arrivare alla parità di genere, essenziale per la nostra società e la democrazia, dobbiamo fare due cose», sostiene Anne-Marie Slaughter, 55 anni, due figli, presidente e ceo della Fondazione New America, professore­ssa di politica internazio­nale all’Università di Princeton ed ex direttrice della pianificaz­ione politica al Dipartimen­to di Stato americano sotto Hillary Clinton, il «lavoro dei sogni» che ha lascito per le difficoltà a conciliarl­o con la famiglia, come racconta nel celebre saggio pubblicato sull’Atlantic «Perché le donne non possono avere tutto». «Innanzitut­to dobbiamo valorizzar­e il lavoro di chi si prende cura degli altri, un compito affidato tradiziona­lmente alle donne e che, da quando lavorano, svolge qualcun’altro: la cura dei figli, di anziani, disabili o malati. E dobbiamo valorizzar­lo anche quando viene svolto dagli uomini. La seconda cosa da fare è cambiare il ruolo degli uomini come abbiamo cambiato quello delle donne. Non possiamo avere una rivoluzion­e a metà. Non possiamo portare le donne in ufficio e non riconoscer­e che gli uomini devono essere molto più coinvolti a casa», spiega al Corriere.

Il cambiament­o può non passare da un intervento pubblico. «Le aziende possono fare molto per l’uguaglianz­a di genere: la cosa più importante è riconoscer­e che gli uomini sono padri, tanto quanto le donne sono madri. E che anche gli uomini hanno bisogno di periodi parentali, di lavoro flessibile e part time per prendersi cura dei propri figli o di altri membri della famiglia. Non è più possibile che la cura degli altri sia soltanto un lavoro delle donne». Oggi si parla molto di smart work: può aiutare? «Dobbiamo rivoluzion­are il posto di lavoro come stiamo rivoluzion­ando la nostra economia — valuta Slaughter —. Possiamo lavorare in molti posti diversi: a volte in ufficio, altre da casa. Possiamo lavorare part time, lavorare meno ed essere più produttivi. L’idea che “di più è meglio”, è sbagliata: una persona molto efficiente può fare in sei ore il lavoro di otto, o lavorare una parte del tempo da casa e una parte in ufficio. Perciò dobbiamo sperimenta­re tutti i modi possibili. Non possiamo avere un’organizzaz­ione ferma alla metà del Ventesimo secolo».

Ma Slaughter è ottimista: «I giovani uomini vogliono vite molto diverse, vogliono essere coinvolti di più in famiglia come hanno sempre fatto le donne. E abbiamo bisogno sia degli uomini che delle donne nella forza lavoro per far crescere l’economia. Io ho fiducia».

 ??  ??
 ??  ?? Insieme Anne-Marie Slaughter con il marito e i figli nel Wolong, in Cina
Insieme Anne-Marie Slaughter con il marito e i figli nel Wolong, in Cina
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy