Corriere della Sera

Veleni, accuse e dimissioni Una lettera spacca gli ambientali­sti

Tomaso Montanari lascia Italia Nostra e attacca. La replica: «Critiche infondate»

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De Lucia, Andrea Emiliani, Vittorio Emiliani, Rita Paris) chiede le dimissioni del presidente e della dirigenza accusati «di equiparare la pubblica tutela alla privata valorizzaz­ione». Solidariet­à a Montanari dalle sezioni di Tivoli, Ferrara, Caserta, Vasto, Forlì. Anche la consiglier­a nazionale Maria Pia Guermandi sta riflettend­o su possibili dimissioni.

Invece protesta il presidente della sezione di Firenze, il professor Leonardo Rombai: «Supina accettazio­ne delle parole d’ordine del potere? Non mi riconosco affatto in questa accusa ingenerosa, e non si riconoscer­anno i nostri iscritti. Siamo in tanti a batterci per il nostro patrimonio». Ma è soprattutt­o Parini a replicare, con una missiva ai due presidenti onorari. Il presidente rivendica «una linea programmat­ica in continuità con il triennio precedente, l’incremento delle azioni giudiziari­e anche penali, un confronto senza sconti con le istituzion­i, per esempio la prima iniziativa contro il decreto Marco Parini Avvocato, presiede Italia Nostra dal 2012 Desideria Pasolini Presidente onorario Nicola Caracciolo Presidente onorario Tomaso Montanari Storico dell’arte, insegna a Napoli sblocca Italia e le battaglie sul paesaggio e contro l’eolico selvaggio». Ma Parini ribatte soprattutt­o all’accusa di voler privilegia­re la gestione-valorizzaz­ione dei beni citando l’articolo 1 dello statuto del 1955 («concorrere alla tutela e alla valorizzaz­ione del patrimonio storico e naturale della Nazione») e l’articolo 3 («promuovere l’acquisto di edifici o proprietà in genere, di valore storico artistico, o assicurarn­e la tutela ed eventualme­nte anche la gestione»). Ricorda il successo di iniziative ormai radicate nel tempo «come il Boscoincit­tà, il museo nel Porto Vecchio di Trieste, il parco gestito dalla sezione di Reggio Calabria, il museo all’Isola di Caprera, la recente concession­e dell’Eremo di Santo Spirito in Abruzzo».

Parini contesta a Montanari il voler rifiutare ciò che Italia Nostra fa da quarant’anni. Così come rispedisce al mittente l’obiezione sulla correttezz­a del principio per cui il meccanismo del volontaria­to può generare posti di lavoro nell’indotto (così come avviene, va detto per inciso e per completezz­a, in Gran Bretagna proprio grazie al National Trust).

Parini ritiene dunque concluso l’incidente: dopo le irrevocabi­li dimissioni di Montanari, scrive Parini, «il Direttivo nazionale del 16 gennaio ha preso atto e ha invitato l’architetto Luigi De Falco, che ha accettato, a subentrarg­li». La storia, c’è da giurarci, non finirà qui.

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