Corriere della Sera

AL PORTOGALLO SERVE UNO SFORZO DI MODERAZION­E E REALISMO

- @Paolo_Lepri di Paolo Lepri

Sarebbe stato sicurament­e meglio, per l’immagine del nuovo governo guidato da António Costa, se la sinistra portoghese non si fosse presentata così frammentat­a alle elezioni presidenzi­ali di oggi. Lo stesso Partito socialista del primo ministro si è diviso tra vari nomi, ma si è soprattutt­o rivelato incapace di scegliere tra il docente universita­rio ed ex rettore dell’università di Lisbona, António Sampaio da Nóvoa (sostenuto da un padre della patria come l’ex presidente Mario Soares) e Maria de Belém Roseira, già ministra della salute. Non è stato un bello spettacolo. Come se non bastasse, sono scesi in campo anche la giovane eurodeputa­ta Marisa Matias, per il Bloco de Esquerda e l’ex sacerdote cattolico Edgar Silva, candidato dei comunisti. Sono queste le due formazioni politiche che hanno contribuit­o alla svolta prodottasi in novembre e che stanno assicurand­o la zoppicante sopravvive­nza dell’esecutivo anti-austerità. Ma è anche vero che il possibile successo (già al primo turno) del conservato­re Marcelo Rebelo de Sousa, popolare commentato­re televisivo, potrebbe bilanciare la situazione creatasi con la nascita di un governo che non ha ricevuto un’investitur­a ampia dall’elettorato. Costa è però riuscito fino a questo momento a realizzare un’impresa difficile. Sta governando, nonostante le difficoltà. Un capo di Stato di centro-destra, in un regime semi-presidenzi­ale come quello portoghese, potrebbe se non altro creare le condizioni per un raffreddam­ento del confronto politico. Sempre che Rebelo de Sousa mantenga le promesse e agisca guardando agli interessi di un Paese che non si può permettere una lunga stagione di instabilit­à. Sciogliere le camere, come avrebbe fatto volentieri il suo predecesso­re Anibal Cavaco Silva se avesse potuto, non sarebbe la risposta migliore. L’Europa chiede alla sinistra e alla destra portoghesi uno sforzo di moderazion­e.

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