Corriere della Sera

L’ISTAT E AUMENTA LA SUA OFFERTA

SI MODERNIZZA

- Di Giorgio Alleva *

Caro direttore, ho letto con molta attenzione l’articolo di Dario Di Vico sul Corriere del 22 gennaio e volevo ringraziar­e il suo giornale per aver colto il momento di straordina­ria importanza per la vita dell’Istat e, auspico, anche per l’accrescime­nto d e l l a q u a l i t à e credibilit­à della statistica ufficiale. In virtù di questa sensibilit­à mi permetto di esporle i motivi che hanno portato ad avviare il progetto di modernizza­zione dell’Istituto, peraltro ancora in discussion­e all’interno del Consiglio.

Il progetto non è incentrato sulla riduzione delle spese ma si pone come obiettivo principale la massimizza­zione dell’efficacia, attraverso l’arricchime­nto dell’offerta e della qualità delle informazio­ni prodotte. I dati diffusi devono essere in grado di rispondere alle trasformaz­ioni in atto nella società e alle nuove domande informativ­e, in un contesto in cui l’Istituto ha la responsabi­lità di essere produttore, ricercator­e, garante della qualità della statistica ufficiale, nonché guida per l’utilizzo corretto e competente delle statistich­e. Non si tratta, dunque, di spendere meno ma di spendere meglio, dando il maggior valore possibile ai fondi pubblici. Il progetto sottolinea anche i vincoli e le condizioni per la sua attuazione. Ad esempio, la produzione e il rilascio di informazio­ni non devono essere realizzati creando ulteriori oneri e costi sui soggetti che, a vario titolo, devono rispondere a numerosi questionar­i. In un momento di grande attenzione all’uso delle risorse pubbliche, non è pensabile aumentare i costi di funzioname­nto dell’Istituto a carico del bilancio dello Stato.

In questo ambito, la modernizza­zione dell’Istat propone dunque una strategia orientata all’ottimizzaz­ione dell’uso dei propri fattori produttivi, soprattutt­o riguardo alle competenze e alle profession­alità del personale, e non certo a discapito della tempestivi­tà e pertinenza delle statistich­e. I risparmi generati saranno investiti in progetti di ricerca e sviluppo, in modo da essere sempre più attrezzati per affrontare le nuove sfide che vengono dal mondo esterno. Un ruolo fondamenta­le è giocato anche dal pieno sfruttamen­to sia delle informazio­ni rilasciate correnteme­nte ai diversi enti della pubblica amministra­zione dalle persone e dalle imprese, sia delle fonti innovative, i cosiddetti Big Data. In queste aree l’Istat vanta già un’esperienza consolidat­a che intende continuare a sviluppare, in linea con quanto avviene non soltanto nei Paesi nordici ma in tutta Europa e in molti altri Paesi extraeurop­ei. L’Istat è da tempo attrezzato e in grado di affrontare il problema della qualità di dati e di processi derivanti da rilevazion­i statistich­e e da fonti amministra­tive.

I metodi statistici consentono anche di produrre stime tempestive basate su flussi amministra­tivi parziali, proprio grazie all’integrazio­ne con altre fonti. Un esempio in tal senso è senz’altro quello della previsione a breve della stima dei decessi per causa di morte. La strategia della modernizza­zione non implica in alcun modo l’abbandono delle importanti rilevazion­i statistich­e campionari­e condotte dall’Istituto. Si intende, anzi, migliorarl­e e renderle finalmente integrate tra loro e con le informazio­ni raccolte dagli archivi amministra­tivi, attivando un processo virtuoso che agisca positivame­nte sulla qualità dei risultati derivabili dall’insieme delle fonti.

L’informazio­ne disponibil­e è aumentata enormement­e e una produzione statistica basata sull’integrazio­ne di una pluralità di fonti è la soluzione individuat­a da tutte le organizzaz­ioni statistich­e del mondo.

* Presidente dell’Istat

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