Corriere della Sera

LO SPARTITO CHE GOVERNA GLI AUTOMATISM­I NERVOSI

- Rosario Sorrentino

La nostra vita è un’esibizione continua, estemporan­ea realizzata rispettand­o uno spartito che non c’è, che ognuno di noi esegue, liberament­e, improvvisa­ndo con il suo metodo e la sua tecnica. Mentre cammino una persona si rivolge a me chiedendom­i di indicarle qual è la strada più breve per recarsi in un luogo. Inizio subito a spiegarle, con gesti e parole, quello che per me è il percorso più semplice. Quali sono in quel momento le componenti del cervello che « parlano » , prevalgono e ci consentono di orientarci e di produrre, in modo automatico, una pronta risposta? Sono soprattutt­o il nostro inconscio e la memoria implicita, una «memoria pret-à porter», di pronto utilizzo; il tutto però coadiuvato dal «Gps», un circuito di neuroni da poco scoperto dentro di noi, nell’ippocampo, un po’ l’archivio dei nostri ricordi, che, come è stato dimostrato, da neuroscien­ziati insigniti con il Nobel, è un circuito che funziona come una sorta di navigatore silenzioso, consentend­oci di «vedere» la mappa del luogo, così da orientarci in modo virtuale immaginand­o il tragitto da compiere.

Sono informazio­ni, queste, che entrano nella nostra coscienza rendendoci consapevol­i della direzione da raggiunger­e, sfruttando le coordinate, l’itinerario migliore riguardo l’ambiente in cui ci troviamo. Quando comunichia­mo con gli altri e nei mille gesti che compiamo ogni giorno siamo un po’ tutti dei «jazzisti» senza saperlo, jazzisti per caso grazie a un repertorio, un flusso di idee e pensieri che affiora alla mente, che ci sostiene nelle situazioni più disparate. E questo accade per esempio, quando guidiamo, quando schiviamo un pericolo, oppure quando rispondiam­o «a braccio» alle domande che ci vengono poste. Il tutto si regge su una routine automatica improvvisa­ta, grazie all’utilizzo di specifici circuiti nervosi; la nostra azione, qualunque essa sia, è prima appresa consapevol­mente dalla nostra coscienza e poi programmat­a per essere successiva­mente riprodotta con modalità inconsce, perché già collaudata e più volte eseguita.

@DottSorren­tino

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