Ecco la top ten delle banche solide e sicure
Ma esiste una «good bank»? Una buona banca che sia solida e anche poco cara, da contrapporre alla «bad bank»? Abbiamo osato l’esercizio selettivo con Stefano Caselli, prorettore dell’università Bocconi. Il risultato è sull’edizione di oggi del Corriere Economia: le dieci banche con il punteggio più alto per robustezza e convenienza, secondo i criteri utilizzati. In testa c’è Intesa Sanpaolo, segue Ubi Banca, terzo il Banco Popolare. Per costruire questa «classifica delle classifiche» sono stati utilizzati sette parametri: tre patrimoniali (Cet1, Tier1 e Total capital ratio), uno di redditività (il margine d’interesse più il saldo da commissioni e altri ricavi sul totale attivo), uno di Borsa (l’andamento del titolo nel 2015: escluse le ultime due settimane per la troppa turbolenza) e due di costo alla clientela (l’Isc, Indicatore sintetico di costo del conto corrente, sia allo sportello sia sull’online). Il punteggio che ne nasce non è un indice scientifico – attenzione – anche perché i coefficienti patrimoniali non riflettono l’immagine finanziaria completa di una banca. Ma è un primo passo nella valutazione complessiva degli istituti di credito, con una guida per il risparmiatore che spiega quali sono gli indicatori giusti da cercare, in un panorama dove le informazioni scarseggiano. A cominciare dal Cet1 ratio, l’indice che segnala meglio la solidità patrimoniale: nelle dieci banche selezionate varia fra 10,4% e 13,6%, ma è difficile da reperire per un cliente. Va scovato nei bilanci e raffrontato con gli obiettivi fissati per ogni banca dalla Bce, che le banche non sono obbligate a rendere pubblici. Mentre le commissioni alla clientela restano alte e mutevoli, con picchi fino a 9 euro per pagare in contanti l’affitto e le spese per il deposito titoli duplicate, che possono toccare i 200 euro all’anno.