Corriere della Sera

Immigrati e integrazio­ne La lezione della Germania

- Di Danilo Taino Statistics Editor

Può sembrare marziano il «ce la facciamo» (a dare asilo e a integrare i rifugiati) di Angela Merkel. In realtà, non è un passo nel deserto: la Germania post bellica ha una storia di «integrazio­ne gestita» dell’immigrazio­ne che mette la politica della cancellier­a in una linea di continuità con il passato, seppur con un salto non indifferen­te per quantità e qualità. Uno studio pubblicato tre giorni fa dal Fondo monetario internazio­nale (autore Robert Beyer dell’Università di Francofort­e) nota innanzitut­to che più di di persone che vivono in Germania sono nate all’estero (dato al È circa il della popolazion­e, più o meno come negli Stati Uniti. Il numero sale però a se si conta anche chi ha almeno un genitore non tedesco. Fino alla metà degli

l’immigrazio­ne netta in Germania Ovest fu vicina allo zero. Da quel momento, grazie al miracolo economico, la penuria di lavoratori iniziò a farsi sentire e il governo di Bonn (allora capitale) stipulò accordi di «reclutamen­to e collocamen­to di manodopera» con alcuni Paesi, tra questi l’Italia e la Turchia: negli e primi entrarono

di Gastarbeit­er ogni anno, lavoratori ospiti che spesso diventaron­o poi cittadini tedeschi in via definitiva. La crisi petrolifer­a spinse il governo a bloccare il reclutamen­to. La seconda ondata migratoria iniziò con la caduta della Cortina di Ferro. Nei primi l’immigrazio­ne netta fu di oltre persone l’anno. Tendenza che continuò, anche se con flussi calanti, fino alla crisi del Da allora, la crescita è tornata possente: nel

(lo della popolazion­e) e, quando i conteggi saranno definitivi, forse o

nel (vicino al della popolazion­e), dei quali rifugiati in cerca di asilo, il resto per lo più immigrati intra-Ue. Nei decenni scorsi, dunque, la Germania non ha solo sotterrato il mito della razza pura. Ha anche imparato a gestire gli immigrati. I rifugiati in arrivo ora si portano nello zaino differenze rispetto al passato: la religione islamica, carenze culturali, mentalità diverse da quella europea. È una sfida più difficile che in passato. Ma nemmeno l’integrazio­ne di italiani, spagnoli, greci, turchi fu una passeggiat­a, per chi arrivava e per chi riceveva. Pur con molte contraddiz­ioni, la Germania fu però in grado di gestirla.

@danilotain­o

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