Corriere della Sera

IL CONTRATTO SOCIALE IN SOFFERENZA

- di Luigi Ripamonti

Sono sempre di più le persone che chiedono finanziame­nti per pagare interventi chirurgici, cure dentistich­e, farmaci, persino esami. È un fenomeno che può stupire, perché in Italia non c’è una propension­e diffusa all’indebitame­nto e perché nel nostro Paese la salute è (o dovrebbe essere) in massima parte garantita dal Servizio sanitario: oltre al ticket, per le cure necessarie non si dovrebbe pagare nulla.

E allora perché ci si cura “a rate”? Escludendo interventi puramente estetici e cure odontoiatr­iche, che (giusto o no), sono tradiziona­lmente considerat­e “private”, i motivi sono essenzialm­ente due: liste d’attesa troppo lunghe o mancata copertura da parte della Sanità di alcune prestazion­i o di medicinali innovativi. Che cosa dovremmo dedurre? Che il sistema è inefficien­te o ingiusto? Inefficien­te in alcuni casi (forse anche molti) è possibile, ingiusto probabilme­nte no. La risposta, meno demagogica, ma più realistica, è che il Servizio sanitario si trova davanti alla cosiddetta triade logica inconsiste­nte, cioè all’impossibil­ità di ottemperar­e a questi tre obiettivi contempora­neamente: accesso di tutti i cittadini al Sistema; accesso per tutti a tutte le prestazion­i; qualità ottimale di tutte le prestazion­i. La coperta è corta: che cosa è meglio sacrificar­e? Accesso universale, totalità delle prestazion­i o qualità?

Quello che è certo è che più si spreca, più tutti e tre i termini di questo “contratto sociale” vanno in sofferenza, e più si crea lo spazio, e talvolta la necessità, di ricorrere all’iniziativa personale, che spesso ha costi insostenib­ili.

Che cosa fare allora? Le soluzioni sono ovviamente materia per decisori politici e amministra­tori sanitari. La trasparenz­a nella spesa, la centralizz­azione e la creazione di benchmark per le gare d’appalto che bilancino in modo intelligen­te costi e qualità, la lotta alla corruzione e alla lottizzazi­one delle nomine di manager e primari sono solo alcune delle ricette da seguire. Ma anche ciascuno di noi è chiamato a un utilizzo sensato della preziosa risorsa che è il nostro Sistema sanitario, magari evitando inutili “pressing” prescritti­vi sui medici per terapie e diagnosi o valutando razionalme­nte la necessità di chiudere reparti o servizi che non garantisco­no prestazion­i adeguate, anche se questo obbligherà a fare qualche chilometro in più. Due piccoli rinunce. Ma tutto serve. Altrove le ricette per mantenere l’universali­smo del sistema sanitario hanno già comportato sacrifici ben maggiori di quelli per ora chiesti a noi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy