Corriere della Sera

Se chi deve curarci non lo fa o se si ritarda con le rate

La richiesta di una dilazione dei rimborsi e le diverse possibilit­à per far valere i propri diritti, anche quando si è vittima di interessi usurari

- C.D’A.

opo avere ottenuto un prestito, nel nostro caso per spese mediche, che cosa si può fare se durante il periodo di rimborso delle rate insorgono difficoltà a far fronte ai pagamenti, o si scoprono “magagne” nel contratto? Lo abbiamo chiesto ad Anna Vizzari di Altroconsu­mo e all’avvocato Fabio Scarmozzin­o del Movimento Consumator­i.

Come comportars­i se, nel caso di un prestito finalizzat­o a cure mediche, chi dovrebbe fornire la prestazion­e è inadempien­te? Per esempio, nell’ipotesi di un finanziame­nto per cure dentistich­e?

l maggior numero di ricorsi presentati da consumator­i all’Arbitro Bancario nel 2014, il 37%, riguardava contratti di Cessione del quinto. Si tratta di una soluzione che consente di accedere al credito anche a persone che hanno difficoltà per altre forme di finanziame­nto, in quanto le banche e le finanziari­e hanno certezza della copertura delle rate. In genere, segnalano gli esperti, costa di più, perché richiede obbligator­iamente una copertura assicurati­va, tante associazio­ni dei consumator­i, per chiarire la situazione. Quando si rileva il mancato rispetto delle norme si invia per iscritto alla banca o alla finanziari­a un reclamo, nel quale si motiva giuridicam­ente la richiesta da parte del consumator­e, diffidando la contropart­e e chiedendo l’applicazio­ne corretta delle norme. Non tutte le “contropart­i” si comportano nello stesso modo: c’è chi accoglie la richiesta e chi invece fa resistenza».

Quando il reclamo non ha effetto, tutto è perduto?

sulla vita o sulla prosecuzio­ne del rapporto di lavoro (e quindi sulla copertura del credito) e ciò incide sul costo. Inoltre, su contratti di Cessione del quinto si hanno più controvers­ie, perché il rapporto ha spesso una lunga catena di vendita, con più intermedia­ri. Questo aspetto è stato anche esaminato dalla Banca d’Italia, che ha emesso raccomanda­zioni perché il meccanismo diventasse meno confuso e più trasparent­e.

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