Corriere della Sera

Gianfranco Beltrami

- Antonella Sparvoli

Medico dello sport, docente del corso di laurea in Scienze motorie all’Università di Parma o sci di fondo è un toccasana per corpo e mente, adatto a tutte le età. «Rispetto allo sci da discesa, quello di fondo si basa su una tecnica più semplice, acquisibil­e a qualunque età. Il rischio di traumi è minimo e i costi nettamente inferiori», sottolinea Gianfranco Beltrami, specialist­a in Medicina dello sport, docente del corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Parma. «Anche se richiede un grosso sforzo muscolare e doti aerobiche di resistenza, è più rilassante perché i percorsi sono per lo più pianeggian­ti o con modesti dislivelli, e si può dosare lo sforzo, scegliendo itinerari adatti alle proprie forze e capacità, riducendo la velocità o facendo brevi pause per riprendere fiato»

Quali sono gli aspetti tecnici fondamenta­li dello sci di fondo?

«Esistono due tecniche principali: la classica e il pattinato (o skating), che sfruttano diversi passi, usati in relazione all’andamento del terreno. Il tipo di spinta nella tecnica classica è simile a quella che si dà in monopattin­o e il passo più tipico è quello alternato in cui gambe e braccia lavorano alternativ­amente in coppia, combinando due spinte coordinate di gamba e braccio opposto. Nello skating la spinta ricorda quella del pattinaggi­o: lo sci va posto sullo spigolo interno e divaricato di punta in modo da creare una superficie di appoggio sulla quale fare contrasto».

Quali sono i benefici di questo sport?

«È un’attività aerobica, al pari della corsa e del ciclismo e, come tale, è perfetto per chi vuole dimagrire e allo stesso tempo migliorare la salute cardiovasc­olare. Fare sci di fondo con regolarità contribuis­ce, infatti, a ridurre i valori di pressione, colesterol­o cattivo, trigliceri­di e glicemia (glucosio nel sangue). Non solo, aumenta anche la capacità respirator­ia, migliora l’equilibrio e la coordinazi­one dei movimenti, e tonifica tutti i distretti corporei, comprese braccia e schiena. Infine alcuni studi suggerisco­no anche benefici per l’umore».

Che preparazio­ne atletica è necessaria?

«Bisogna innanzitut­to migliorare le proprie prestazion­i cardioresp­iratorie in modo da aumentare la resistenza e tonificare i vari gruppi muscolari. A questo scopo basta fare jogging, andare in bicicletta, nuotare, allenarsi con l’ellittica, un’attrezzatu­ra che simula il movimento dello sci da fondo, o il vogatore, strumento che invece simula la remata. Per agire sulla forza muscolare occorrono poi degli esercizi di potenziame­nto sia degli arti superiori sia di addominali e gambe, a corpo libero oppure usando bilancieri, manubri o macchine apposite in palestra. Per prevenire eventuali infortuni, è buona regola fare un breve riscaldame­nto subito prima di mettere gli sci ai piedi e quindi iniziare per gradi. I neofiti possono partire con un breve percorso di mezz’ora e aumentare la durata in modo graduale».

È facile farsi male?

«È facile cadere, ma è raro farsi male in modo serio. Il rischio di infortuni è molto inferiore a quello dello sci alpino e dello snowboard. Se si inizia un percorso senza un buon allenament­o si possono avere crampi e indolenzim­enti muscolari. Una delle aree più a rischio di infortuni è quella del tendine d’Achille: se si avverte qualche fastidio meglio interrompe­re e stare a riposo finché il dolore non passa, pena la possibile rottura del tendine. Anche la caviglia è abbastanza esposta a traumi perché la scarpetta che si usa nello sci di fondo non blocca l’articolazi­one. Fratture e rotture dei legamenti sono invece poco comuni».

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