Corriere della Sera

Su la testa Pressione Mancio «Stiamo tranquilli ne verremo fuori»

L’allenatore rassicura: «È solo un momento»

- Guido De Carolis Alessandro Pasini

Magari fosse solo la Juve (e poi il Milan domenica). L’avversario peggiore dell’Inter oggi è l’Inter. Luogo comune? Mica tanto. Questo infatti è un periodo in cui, ovunque ti giri, trovi un problema. In campo, con quei miseri 5 punti nelle ultime 5 partite, funziona bene soltanto il portiere: l’attacco non batte chiodo; la mediana ha struttural­mente poca creatività e se perde intensità diventa mediocre; la difesa così paga per tutti anche se — a numeri — resta la migliore della serie A e nei primi due turni di Coppa Italia con Cagliari (3-0) e Napoli (2-0) non ha subito gol.

E fuori dal campo non va certo meglio, con la dirigenza indispetti­ta da alcune critiche, le prime dopo tanti applausi, e Mancini in difficoltà. I suoi attacchi ai giocatori dopo la partita horror contro il Carpi sono parsi esagerati e troppo emotivi anni trascorsi dall’ultima Coppa vinta dall’Inter nel 2011 (3-1 al Palermo). In totale ne ha conquistat­e 7 e sembrano dimenticar­e che, se una manovra efficace non c’è, forse è anche perché non viene adeguatame­nte organizzat­a, o recepita.

Che i gol sbagliati da Icardi (e non solo) li segnerebbe anche il Mancio a 50 anni è possibile — il piede e la forma fisica sono sempre perfetti — però altri temi che riguardano l’allenatore restano irrisolti: l’eccessivo cambiament­o (22 formazioni su 23 partite, Coppa compresa) sta diventando un boomerang; il gioco è troppo individual­istico; fondamenta­li come le palle inattive sono puntualmen­te ignorati e invece potrebbero risolvere tante situazioni complesse. In più, come confermano le ultime 3 gare a San Siro con 4 punti gettati in extremis, gestire il risultato è un’utopia.

Ieri Mancini non ha tenuto la conferenza stampa, ma nessuna polemica: è un’abitudine Champions adesso sembra prigionier­o dei propri cattivi pensieri e dei gol mancati: «Morata giocherà — spiega Allegri che dovrebbe affiancare Mandzukic allo spagnolo, tenendo a riposo Dybala — . Se ha troppi pensieri per la testa se li deve togliere, deve es- quando c’è la Coppa italia. Ad essa ha sostituito una breve intervista al canale tematico in cui ha spiegato che a Torino stasera «dovremo essere bravi a fare un buon risultato e poi giocarcela al ritorno» e che la situazione non è così grave come sembra: «Ci sono momen- Deludente Stevan Jovetic, finora 5 gol, 1 in Coppa col Napoli (Forte) ti purtroppo in cui le cose non vanno e non perché i ragazzi stiano giocando male. Vediamo di superarlo in fretta e tornare ad una serie di vittorie che ci riporti in alto. Abbiamo la possibilit­à di farlo, dobbiamo stare tranquilli».

Il match di riferiment­o — quanto a solidità mentale, lucidità tattica e esecuzione tecnica — è naturalmen­te quello dei quarti a Napoli dove si è vista una delle migliori Inter stagionali, anche se la formula andata/ritorno della semifinale potrebbe consigliar­e più cautela, magari schierando­si a tre come la Juve, con l’attacco Jovetic-Ljajic e, proprio come a Napoli, Icardi in panchina. «Qualcosa cambieremo senz’altro » , assicura Mancini. Non è una novità. Sperando che cambino anche i risultati.

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