Rai, licenziato per il Capodanno «anticipato»
Maggioni: con il conto alla rovescia anticipato ha leso dolosamente l’azienda. Ma l’ex capostruttura fa ricorso
Fuori di qui, subito. Nessun perdono, nessuno «sconto di pena». Anzi, in fondo alla lettera di licenziamento si riservano pure di chiedergli «il risarcimento dei danni patiti» e gli intimano di «restituire al più presto i beni aziendali ancora in suo possesso». Timbro e firma del dg Antonio Campo Dall’Orto.
Pugno di ferro rinforzato. La Rai ha mandato a casa su due piedi Antonio Azzalini, il dirigente che anticipò il Capodanno di 40 secondi per catturare più spettatori. Risoluzione immediata del rapporto di lavoro, la massima sanzione disciplinare «per gravi violazioni dell’obbligo di diligenza, correttezza e buona fede che hanno leso irrimediabilmente il vincolo fiduciario con l’Azienda». Non solo. Al capostruttura, responsabile dell’intrattenimento di Raiuno (ha curato tra gli altri «Affari Tuoi», «Sogno e son desto», «Tale e Quale»), è stato anche addebitato il mancato controllo editoriale sugli sms di auguri, tra i quali era filtrata una bestemmia. La linea di difesa del funzionario, in Rai da 15 anni, che aveva sostenuto come bluffare sui tempi sia prassi diffusa in tv, non solo è stata respinta, ma è stata considerata un’aggravante.
Nonostante i consiglieri di amministrazione gli avessero chiesto una certa clemenza, Campo Dall’Orto ha preferito la punizione esemplare: «La nostra missione è essere credibili. Ottenere qualche punto di share in più a scapito del
I dubbi nel cda Freccero: sono contrario al metodo “punirne uno per educarne cento” Diaconale: si è esagerato
rapporto fiduciario con i cittadini non è ammissibile e il pubblico non può diventare uno strumento, peggio ancora se per tornaconto personale». Severissima pure il presidente Monica Maggioni, ieri in Vigilanza: «Non si può dire che si è sempre fatto così, non è vero. Si è trattato di una scelta deliberata e autonoma, non condivisa da nessuno». Azzalini aveva invocato una sorta di assenso muto da parte dei superiori. Ma il direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, lo aveva subito smentito, spiegando di non aver nè saputo né tantomeno autorizzato il brindisi taroccato, che peraltro raggiunse lo scopo, catturando 6 milioni di spettatori.
Non si aspettava una condanna così grave, Antonio Azzalini, che tuttavia ha già dato mandato ai suoi legali Giorgio Assumma e Domenico D’Amati — tanto famosi quanto agguerriti — di presentare un immediato ricorso, puntando sia sui vizi formali del provvedimento che sulla sostanza della decisione, ritenuta sproporzionata.
E che ha lasciato sconcertati molti consiglieri. «Sono molto triste» spiega Carlo Freccero. «Il licenziamento di Azzalini è una cosa dolorosissima, sono contro il “punirne uno per educarne cento”». Sconsolato Franco Siddi: «Avevamo chiesto di combinare rigore e misura». Contrariato Arturo Diaconale: «Provvedimento esagerato». Per Guelfo Guelfi, vista «la figura da barzelletta fatta dalla Rai» il provvedimento «deriva dalle regole del gioco». E a viale Mazzini c’è sconcerto. Con chiunque parli, la risposta è più o meno questa: «Non è giusto, e che avrà fatto mai?».