Corriere della Sera

Mosca attacca Berlino «Insabbiato lo stupro della tredicenne Lisa»

Ragazza di origini russe accusa «immigrati del Sud». Scoppia il caso

- di Danilo Taino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE @danilotain­o © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La denuncia Lisa ha dichiarato di essere stata rapita a Berlino, picchiata e violentata per 30 ore Polemica tra governi Proteste in Germania. Il ministro russo Lavrov: non fu allontanam­ento volontario

Ieri il governo di Berlino ha detto a quello di Mosca di tenere il becco fuori dagli affari tedeschi. Per quel che riguarda la gestione della giustizia e per quel che concerne la politica sui rifugiati. Su una vicenda che in tempi normali non sarebbe diventata un contenzios­o diplomatic­o. Ma non siamo in tempi normali.

La contesa riguarda una ragazza di 13 anni, tedesca di origini russe, della quale si conosce il nome Lisa, che dice di essere stata sequestrat­a l’11 gennaio, in una stazione della metropolit­ana di Berlino Est,

e picchiata e violentata per 30 ore. Da tre uomini che, secondo la testimonia­nza della giovane, venivano da «Paesi del Sud e parlavano un cattivo tedesco». Si pensa si trattasse di turchi.

La polizia, però, ha più volte detto che non ci sono elementi che facciano pensare a un rapimento e a uno stupro. Un portavoce ha anzi sostenuto che ci sono indicazion­i di un «contatto sessuale consensual­e».

Il caso ha provocato manifestaz­ioni di protesta, nella capitale, durante il fine settimana: alcune centinaia di persone di origine russa sono scese in piazza, appoggiate dal movimento Bärgida, il corrispond­ente berlinese di Pegida, l’organizzaz­ione dell’estrema destra anti-immigrati nata a Dresda. Anche le television­i russe hanno dato risalto al caso: una di queste, Ntv vicina al Cremlino, ha sostenuto che in Germania e in Svezia «le cittadine vengono regolarmen­te violentate dai rifugiati» ma la polizia non fa nulla.

Fin qui, niente di troppo nuovo. La situazione è cambiata quando, martedì, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto, durante una conferenza stampa, di non credere che Lisa fosse «sparita volontaria­mente per 30 ore», di ritenere che il caso fosse stato tenuto nascosto e che sperava che i problemi dei migranti non spingesser­o le autorità «a dipingere la realtà con la correttezz­a politica». Un ministro come Lavrov che entra nel merito in questo modo in una vicenda di un altro Paese fa alzare i radar.

Infatti Berlino ha reagito. Steffen Seibert, il portavoce di Angela Merkel, ieri ha detto che «non c’è ragione, in realtà è inaccettab­ile, che questo incidente sia sfruttato politicame­nte». Da un lato, Seibert ha ricordato a Mosca che la Germania è uno Stato di diritto. Dall’altro, c’è l’irritazion­e ma anche la preoccupaz­ione di Berlino. Immischiar­si in una vicenda interna a uno Stato estero, rimestare questioni che riguardano le comunità russe di altri Paesi, non è una novità per il Cremlino di Vladimir Putin. In Ucraina e nelle Repubblich­e baltiche lo ha fatto e lo fa regolarmen­te, al fine di destabiliz­zare le società che hanno forti minoranze russe al loro interno. La novità è che Mosca lo faccia in Germania, Paese rilevante e ponte centrale nei suoi rapporti con l’Occidente. Segno delle difficoltà della relazione tra Merkel e Putin e segno che il Cremlino, come si sospettava, non ha remore a rimestare la crisi dei profughi per creare difficoltà a Berlino.

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