Corriere della Sera

Ai Weiwei protesta «Via le mie opere dalla Danimarca»

- di Paolo Salom

Da settimane l’artista dissidente cinese Ai Weiwei — in Europa al seguito delle sue opere — ha messo da parte le priorità mondane per assistere i migranti che continuano ad attraversa­re le fredde acque del Mediterran­eo. Ai Weiwei (nella foto sopra aiuta alcuni migranti afghani nell’isola greca di Lesbo) ha preso talmente a cuore la sorte dei disgraziat­i in fuga dalla guerra da decidere di chiudere in anticipo la sua personale in Danimarca, in protesta contro la decisione del governo di Copenaghen di confiscare i beni degli immigrati che chiedono asilo nel Paese. «Ai Weiwei — si legge sugli account Instagram e Facebook dell’artista — ha deciso di chiudere la sua esibizione “Ruptures” presso la Faurschou Foundation Copenaghen in Danimarca. Questa decisione segue l’approvazio­ne da parte del Parlamento danese della legge che prevede la confisca dei beni ai migranti e tempi più lunghi per i ricongiung­imenti familiari». Non solo: Ai ha scelto anche di ritirare le sue opere esposte al museo Aros di Copenaghen. Una decisione che ha sorpreso il suo direttore. Nutro «grande rispetto» per le critiche di Ai nei confronti delle politiche migratorie danesi, ma allo stesso tempo è «irragionev­ole che l’intera popolazion­e sia punita per le decisioni del governo», ha detto Erlend Hoeyersten. Ma Ai Weiwei non è dello stesso avviso.

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