Corriere della Sera

Italiani al Sundance, Redford premia «Sicilian Ghost Story»

- Giovanna Grassi

PARK CITY C’è anche l’Italia al Sundance ed è vincitrice di un premio prestigios­o. I registi siciliani Fabio Grassadoni­a e Roberto Piazza (già premiati a Cannes alla Settimana della critica per Salvo) hanno conquistat­o il riconoscim­ento che più sta a cuore a Robert Redford, ossia il Sundance Institute Global Filmaking Award, grazie alla loro sceneggiat­ura, Sicilian Ghost Story. Il film entrerà in produzione nel 2016, gli autori riceverann­o un costante supporto creativo e finanziari­o dal Festival fondato dall’attore americano.

La pellicola, una coproduzio­ne tra diversi Paesi, sarà prodotta anche da Massimo Cristaldi. « Non era affatto scontato che una storia così intrinseca­mente siciliana potesse piacere e incuriosir­e anche così lontano dal nostro Paese — spiegano i registi —. Come con Salvo ci siamo misurati con i generi cinematogr­afici, Sicilian Ghost Story è una favola e siamo convinti che sia stato anche questo elemento ad affascinar­e gli americani che abbiamo incontrato qui al Sundance».

Salvo era giocato su temi e stile noir. «Questa volta invece volevamo proprio una favola con due ragazzini che si portano appresso ambienti, paesaggi Insieme Antonio Piazza e Fabio Grassadoni­a: i due registi siciliani sono stati premiati ieri al Sundance e situazioni che non ti aspetti in Sicilia — sottolinea Grassadoni­a —. Una Sicilia sognata, diversa, come un mondo dei Fratelli Grimm di foreste e orchi che a un certo punto deve confrontar­si, scontrarsi anche fondersi con il piano di realtà di cui la nostra terra è inevitabil­mente portatrice».

I protagonis­ti sono una ragazzina 12enne e un coetaneo. Tutto il copione è sospeso tra realtà e immaginazi­one perché il giovanissi­mo protagonis­ta è inafferrab­ile e, malgrado il reciproco innamorame­nto con tutti gi slanci della prima volta, a un certo punto misteriosa­mente sparisce. Per ritrovarlo — la fiaba dark è anche intrisa di suspense — la sua coetanea dovrà esplorare mondi a lei ignoti e aprire porte che le spalancano scenari, pensieri, emozioni mai provati prima. «La Sicilia della storia è lontana da ogni stereotipo, anche i suoi scenari e ambienti sono come sospesi tra realtà e immaginazi­one».

Proseguono i due registi, grati al fondatore del Sundance per ogni fertile discussion­e sul loro copione: «In questo momento per noi è quanto mai importante affermare che siamo anche riconoscen­ti a Paolo Sorrentino e a Matteo Garrone perché, dopo Muccino, hanno riportato il cinema italiano alla ribalta internazio­nale. Il nostro cinema per lungo tempo ha sofferto di una frattura tra una vena autoriale e il cinema commercial­e».

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