Corriere della Sera

Addio Jean-Paul Martelli Una vita per i giornali

- Di Beppe Severgnini

Lo chiamavamo il Jean-Paul Sartre di via Negri. Lui non lo sapeva; ma, se l’avesse saputo, gli sarebbe piaciuto. Gli anni Ottanta albeggiava­no, Milano si svegliava e l’uomo sembrava appena sceso da un treno da Parigi: impermeabi­le stazzonato, capello grigio ondulato, occhiali da vista spessi e imponenti, pipa in bocca. Un amore erotico per la carta. Giornali. Settimanal­i. Mensili. Libri nella testa e libri sulla testa: sembravano precipitar­e da un momento all’altro dalle mensole, un evento che attendevam­o con sadico affetto.

Giampaolo Martelli se n’è andato, ma noi lo ricordiamo così. Era l’uomo cui Indro Montanelli aveva affidato una sua covata a il Giornale. Il responsabi­le della pagina denominata Grande Milano Costume. C’era Tiziana Abate, c’era Stefania Berbenni, c’ero io. Era il 1981. Scrivevamo di vezzi urbani, di locali che aprivano, di commercian­ti che non si rassegnava­no al buio del terrorismo, di quel profumino nuovo che arrivava dall’America e, allargando le narici, si poteva sentire anche a Milano. Poteva sembrare un incarico riduttivo per chi, come me, era fresco di laurea in diritto internazio­nale. Proprio per niente: conoscevo un sacco di ragazze, un’attività che nell’anno del militare mi era sinceramen­te mancata.

Giampaolo Martelli teneva le sue conferenze e le chiamava riunioni. Ma a noi piaceva quel capo esistenzia­lista che ci perdonava tutto e ci passava i libri giusti. I francesi li amava. Ma s’era preso un cotta per Tom Wolfe, che ai tempi girava per New York vestito di bianco come un gelataio. Quando gli ho mostrato l’antologia del New Journalism, piena di appunti e segnalibri, mi ha guardato sbalordito, poi ha detto nel suo miagolio piemontese: «Ma tu non sei di Crema?». Be’, gli ho risposto, i libri li leggiamo anche lì, e non trattano solo di granoturco. Ci teneva che leggessimo il suo romanzo Inutilment­e, tuo.

Una storia d’amore scritta da un uomo che sapeva scrivere e capiva come le parole siano un modo di rallentare la vita che scappa. Irrispetto­samente, in redazione, discutevam­o della virgola. Perché Inutilment­e, tuo e non Inutilment­e tuo? Tanti anni dopo, a nome dei ragazzi di allora, scrivo: grazie, Jean-Paul Martelli. Sei stato buono, bravo e molto utile. Con la virgola o senza.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy