Corriere della Sera

Benigni: se dirò sì alle riforme? Beh certo, ho già votato

- Alessandra Arachi

«Se voterò sì al referendum sulle riforme costituzio­nali? Beh, certo... Ho già votato». Parola (scherzosa) del premio Oscar Roberto Benigni mentre lasciava Palazzo Chigi con Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore, dopo il pranzo con il premier Matteo Renzi. Il comico toscano era in vena di battute ed è stato incalzato dai cronisti anche sul ddl Boschi, la riforma del Senato e il relativo referendum autunnale. Vito Crimi, senatore M5s, ha subito rilanciato la frase sui social invitando Benigni a prendere posizione e ricordando che l’attore ha illustrato la Costituzio­ne in tv davanti a milioni di telespetta­tori, definendol­a «la più bella del mondo». e ieri ha garantito: «Porteremo in piazza più di un milione di persone». Lo ha detto negli studi tv del Corriere, ma è al premier Matteo Renzi che si è rivolto: «Ci saranno numerosi elettori del Pd nella nostra piazza, e molti di questi hanno annunciato che, se Renzi farà loro uno sgarbo sulle unioni civili, quando ci sarà il referendum costituzio­nale, se ne ricorderan­no e voteranno di conseguenz­a». Era stato detto che lui considerav­a l’omosessual­ità una malattia. Chiarisce: «Penso che gli omosessual­i che stanno bene con loro stessi non hanno bisogno di terapie, bisogna aiutare quelli che hanno problemi». Nel rapporto

L’arcivescov­o di Milano Occorre distinguer­e la responsabi­lità dell’episcopato da quella dei fedeli laici Dal raduno del Circo Massimo uscirà l’apertura al confronto

con la Chiesa Gandolfini non ha dubbi: «La Chiesa ha capito chi siamo, parliamo alle famiglie e non abbiamo lobby alle spalle. Non abbiamo nessuna intenzione di fondare un partito». Secondo il cardinale Scola: «Scandalizz­arsi perché dei cittadini protestano è profondame­nte sbagliato. La famiglia è il rapporto stabile e aperto alla vita tra l’uomo e la donna che si fa carico dell’educazione del figli, genera vita e si prende cura di due differenze fondamenta­li, la differenza sessuale e la differenza tra le generazion­i». E poi, parlando del «cattolices­imo politico», aggiunge: «È finito (non è detto che sia un male), ma i cristiani devono

Il cattolices­imo politico è finito (non è detto che sia un male), ma i cristiani devono mettersi in gioco in questo ambito senza spirito di egemonia

La politica

Il chirurgo a capo degli organizzat­ori: non abbiamo intenzione di fondare un partito

mettersi in gioco in questo ambito, portando il senso della comunanza e del bene di tutti, senza spirito di egemonia, ma con autentico spirito di servizio».

Contrario ai diritti delle coppie gay, Gandolfini non vuole sentire parlare della “stepchild adoption”, l’adozione del figlio del partner, lui che, con sua moglie, di figli ne ha adottati sette. Dice: «Le coppie omosessual­i in Italia sono poche, al più 7 mila e 500, il che significa che non è esattament­e un’emergenza, rispetto alla bellezza di 14 milioni di famiglie italiane».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy