Benigni: se dirò sì alle riforme? Beh certo, ho già votato
«Se voterò sì al referendum sulle riforme costituzionali? Beh, certo... Ho già votato». Parola (scherzosa) del premio Oscar Roberto Benigni mentre lasciava Palazzo Chigi con Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore, dopo il pranzo con il premier Matteo Renzi. Il comico toscano era in vena di battute ed è stato incalzato dai cronisti anche sul ddl Boschi, la riforma del Senato e il relativo referendum autunnale. Vito Crimi, senatore M5s, ha subito rilanciato la frase sui social invitando Benigni a prendere posizione e ricordando che l’attore ha illustrato la Costituzione in tv davanti a milioni di telespettatori, definendola «la più bella del mondo». e ieri ha garantito: «Porteremo in piazza più di un milione di persone». Lo ha detto negli studi tv del Corriere, ma è al premier Matteo Renzi che si è rivolto: «Ci saranno numerosi elettori del Pd nella nostra piazza, e molti di questi hanno annunciato che, se Renzi farà loro uno sgarbo sulle unioni civili, quando ci sarà il referendum costituzionale, se ne ricorderanno e voteranno di conseguenza». Era stato detto che lui considerava l’omosessualità una malattia. Chiarisce: «Penso che gli omosessuali che stanno bene con loro stessi non hanno bisogno di terapie, bisogna aiutare quelli che hanno problemi». Nel rapporto
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con la Chiesa Gandolfini non ha dubbi: «La Chiesa ha capito chi siamo, parliamo alle famiglie e non abbiamo lobby alle spalle. Non abbiamo nessuna intenzione di fondare un partito». Secondo il cardinale Scola: «Scandalizzarsi perché dei cittadini protestano è profondamente sbagliato. La famiglia è il rapporto stabile e aperto alla vita tra l’uomo e la donna che si fa carico dell’educazione del figli, genera vita e si prende cura di due differenze fondamentali, la differenza sessuale e la differenza tra le generazioni». E poi, parlando del «cattolicesimo politico», aggiunge: «È finito (non è detto che sia un male), ma i cristiani devono
Il cattolicesimo politico è finito (non è detto che sia un male), ma i cristiani devono mettersi in gioco in questo ambito senza spirito di egemonia
La politica
Il chirurgo a capo degli organizzatori: non abbiamo intenzione di fondare un partito
mettersi in gioco in questo ambito, portando il senso della comunanza e del bene di tutti, senza spirito di egemonia, ma con autentico spirito di servizio».
Contrario ai diritti delle coppie gay, Gandolfini non vuole sentire parlare della “stepchild adoption”, l’adozione del figlio del partner, lui che, con sua moglie, di figli ne ha adottati sette. Dice: «Le coppie omosessuali in Italia sono poche, al più 7 mila e 500, il che significa che non è esattamente un’emergenza, rispetto alla bellezza di 14 milioni di famiglie italiane».