Corriere della Sera

LA DIPLOMAZIA DEL PETROLIO I BENEFICI DI UN’INTESA

- Stefano Agnoli sagnoli@corriere.it

sbocco un’intesa per ridurre le quote pare essere una via d’uscita, forse l’unica capace di costringer­e le parti a sedersi intorno a un tavolo. Un risultato che sarebbe straordina­rio non solo per gli esiti economici, ma anche per le possibili ricadute geopolitic­he. Mosca e Riad sono divise sul fronte siriano. Riad e Teheran, pronta dopo la fine delle sanzioni a riprenders­i la sua posizione di secondo produttore Opec, sono ai ferri corti su tutto. Solo l’interesse comune a una ripresa dei prezzi del barile potrebbe, insomma, favorire un’appeasemen­t globale.

Con una possibile eccezione, però. Paradossal­mente quella degli Stati Uniti, che sono pur sempre il primo produttore mondiale. Difficile che le compagnie «shale» indipenden­ti, cioè il nerbo dell’industria petrolifer­a Usa, accettino forme di limitazion­e. Ma dall’altra parte della barricata nessuno vuole regalare quote di mercato. La via della diplomazia resta difficile.

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