I tre saggi Confindustria per il successore di Squinzi L’identikit di Assolombarda
Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj, Luca Moschini. L’estrazione a sorte, da una rosa di otto nomi, affida a loro il ruolo di saggi e la casacca dell’arbitro. Necessariamente più che mai super partes, perché più che mai la partita è delicata: l’elezione del presidente di Confindustria. È di per sé, sempre, questione complessa. Alcune volte è filata via più o meno liscia. Altre ha spaccato apertamente l’associazione. Oggi, per la successione a Giorgio Squinzi, il problema non sta tanto nella normale contrapposizione tra le varie anime di Viale dell’Astronomia. Il problema sta nell’«anima» in sé. Forse Confindustria non l’ha proprio persa, nonostante sia vero — per parafrasare una freddura d’epoca di Giovanni Agnelli — che i suoi corridoi sono ormai percorsi «più da confindustriali che da industriali». Ma il rischio c’è. In questi anni veloci, ricchi di cambiamenti che hanno messo a dura prova chiunque e le rappresentanze per prime, anche il sindacato degli imprenditori mostra chiari segni di crisi d’identità.
Non è un caso che Assolombarda, l’associazione più potente, in un documento riservato prodotto lunedì dal Consiglio di presidenza e sintetizzato ieri da Gianfelice Rocca al Consiglio nazionale, abbia tracciato questo identikit del successore di Squinzi: «Manifatturiero, fortemente internazionalizzato», che risponda alla «necessità di un piano strategico per Confindustria in un mondo molto cambiato». Un leader, insomma, non semplicemente un presidente.
La richiesta è pressoché unanime. La domanda è se, tra chi è in campo o si prepara a scendere, un profilo simile ci sia. Ne sono all’altezza Alberto Vacchi, Aurelio Regina, Fabio Storti, Vincenzo Boccia, Marco Bonometti (che comunque passeranno il primo esame solo presentandosi con almeno il 20% di pre-consensi)? Valutarlo, con le nuove regole della riforma Pesenti (Carlo), è il compito di Guzzini, Marsiaj, Moschini. Cominceranno subito, finiranno formalmente il 17 marzo. Potrebbero riservare sorprese.