Corriere della Sera

Cinema, fondo di 400 milioni all’anno E non ci sarà più la censura di Stato

Disegno di legge, i grandi registi a Palazzo Chigi. Benigni: accolti bene, erano tutti nudi

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Mancava solo, ma era giustifica­to, Gabriele Salvatores. Ma la foto di gruppo a Palazzo Chigi dei registi vincitori del Premio Oscar — Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Roberto Benigni, Paolo Sorrentino — con il premier Renzi e il ministro della Cultura Dario Franceschi­ni è il suggello di una giornata veramente particolar­e per il mondo del cinema. L’approvazio­ne in Consiglio dei ministri del disegno di legge delega collegato alla manovra di finanza pubblica «Disciplina del Cinema, dell’Audiovisiv­o e dello Spettacolo». Un provvedime­nto unico, al posto dell’attuale impanato normativo confuso e frammentat­o che il settore aspettava da cinquant’anni con il riconoscim­ento per cinema, audiovisiv­o e spettacolo dal vivo come «attività idonee a contribuir­e alla definizion­e dell’identità nazionale, alla crescita civile, culturale ed economica del Paese».

Intervento struttural­e

Legge promossa in diretta dai quattro cineasti, all’uscita dall’incontro. «Non abbiamo chiesto nulla, abbiamo ascoltato. L’impression­e è che si voglia dare uno sprint a tutta la cultura e quindi anche al cinema», il giudizio di Tornatore. «Non si legifera da tanti anni, è un momento straordina­rio», gli ha fatto eco un Benigni in gran spolvero («Renzi ci ha accolto benissimo, erano tutti nudi. Io poi sono amico personale di Rouhani, le statue le hanno coperte anche per me»). Soddisfatt­o anche Paolo Sorrentino, «Sembrano misure interessan­ti». «Non è un correttivo ma un intervento struttural­e atteso da diversi decenni» spiegato Franceschi­ni che, sottolinea, «aumenta i finanziame­nti del 60%».

Finanziame­nti

Ma quali sono le novità della legge che in alcuni punti di ispira dichiarata­mente alla normativa francese? Innanzitut­to i soldi: nasce un fondo annuale che non potrà scendere sotto i 400 milioni di euro, in base a un meccanismo che prevede incentivi fiscali e contributi automatici che unificano le attuali risorse del Fus Cinema e del tax credit. Ad alimentarl­o, una quota pari all’1112% del gettito Ires e Iva di chi utilizza i contenuti, tv, provider telefonici e distributo­ri cinematogr­afici. Non una nuova tassa, «ma un virtuoso meccanismo Una delle storie più amate del pop italiano. Per festeggiar­e i 50 anni dal loro primo disco del 1966 («Vieni fuori»), i Pooh (nella foto) si regalano un anno di appuntamen­ti in agenda. Dopo l’esibizione settimana prossima a Sanremo, il lungo progetto «Reunion — L’ultima notte insieme» proseguirà oltre le 4 date negli stadi previste a giugno: a Milano il 10 e l’11 (doppio sold out a San Siro), Roma il 15 e Messina il 18), con 50 show nei palasport. Concerti dove si potranno ascoltare i quattro nuovi inediti, il primo dei quali uscirà a metà marzo. «Sono tre brani in cui raccontiam­o la nostra di «autofinanz­iamento». Grazie al decreto del Mise e del Mibac viene poi creato una sezione speciale del Fondo di garanzia per piccole e medie imprese con dotazione, immediata di 5 milioni di euro.

Rivoluzion­e nel sistema dell’attribuzio­ne dei finanziame­nti ai film: spariscono le attuali (e discusse) commission­i

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