Corriere della Sera

99

- Paolo Tomaselli

Se le maglie del Giro le prendi in mano, senti il peso della storia, degli uomini soli al comando, degli sponsor mitici, dei campioni che nel ricordo sono tutt’uno con quei colori. Ma il peso fisico, quello ormai non esiste più, perché i quattro simboli della corsa, che ieri sono stati presentati a Milano, sembrano una seconda pelle. Sempre più sottili, traspirant­i, tecniche, le maglie hanno la consistenz­a leggera di una nuvola, che spesso si scontra in gara con le nuvole vere, quelle sulle cime storiche della «corsa più dura al mondo nel Paese più bello del mondo». E ti sembra quasi che il ciclista, che magari poveraccio abbassa la zip per cercare un po’ di ossigeno, se ne vada a petto nudo contro la salita.

E invece queste maglie — che oggi sembrano così larghe ma poi saranno strette sulle spalle di corridori magrissimi — sono una protezione, una corazza, un conduttore di energia supplement­are. La rosa, certo, le supera tutte per importanza e per i ricordi che ha lasciato e lascerà. Ma un corridore come Giacomo Nizzolo, che l’anno scorso ha vestito quella rossa all’arrivo di Milano ha spiegato bene, la lotta per conquistar­e il simbolo della classifica a punti. Nizzolo non è riuscito a vincere una tappa e la cosa lo tormenta ancora. Ma ha gestito il duello con Viviani anche nei traguardi volanti per portare a casa quella maglia importanti­ssima. E vederla ogni giorno quando apre l’armadio.

Perché le maglie sono per l’edizione del prossimo Giro d’Italia (629 maggio). Partenza dall’Olanda, traguardo finale a Torino molti, ma non per tutti. Ognuna ha il suo sponsor e ieri era anche la loro giornata: Enel per la maglia rosa, Algida per quella rossa, Mediolanum per quella azzurra e Eurospin per quella bianca (oltre a Casa.it sponsor del Giro). Ma su 200 corridori al via solo una manciata di loro può pensare di indossarle. La prima rosa del nuovo Giro sarà per qualche cronoman potente e arriverà venerdì 6 maggio a Apeldoorn in Olanda: se, come pare, sarà al via, Fabian Cancellara farà di tutto per chiudere la carriera con la collezione quasi completa di maglie nobili e diventare almeno per un giorno della sua vita il leader della corsa del Paese da dove viene suo padre. Ma a giudicare dal clima olandese, all’inizio sarà comunque una rosa dei venti e cambierà spesso.

Ma la rosa più attesa è quella che deve cogliere Vincenzo Nibali, che torna al Giro a tre anni dalla sua prima vittoria e vuole fare il bis, mettendo le maglie del Giro ai lati di quella gialla del Tour come una trinità ciclistica che in Italia manca dai tempi di Gimondi. Il siciliano lascerà che gli specialist­i delle fughe d’alta quota si contendano la maglia azzurra dei gran premi della montagna. L’anno scorso la vinse Giovanni Visconti, uno che nel 2013 trionfò sotto i fiocchi di neve del Galibier, prestato al Giro.

E la bianca? È un ponte per il futuro, perché premia il miglior giovane della classifica generale: Quintana nel 2014 se l’è messa sotto quella rosa. Aru, che a luglio cercherà altri colori al Tour, l’anno scorso l’ha portata con orgoglio, nel secondo posto finale dietro ad Alberto Contador. Quest’anno lo scalatore under 25 che punta a lasciare la propria impronta su quel bianco immacolato potrebbe essere Davide Formolo. Per colorarla, poi ci sarà tempo. Madrina Giorgia Palmas è la madrinapra­ticante («A casa ho 10 bici») del Giro 2016 che ieri a Milano ha svelato il design delle quattro maglie (Ansa)

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy