Così il governo tedesco vuole inasprire le regole di asilo Sospeso per due anni il diritto al ricongiungimento familiare
nel Paese. Per questi uomini, in gran parte giovani, l’impossibilità di avere una famiglia, il fatto di rimanere soli tra tanti maschi disorientati in città sconosciute, spesso senza lavoro e con sistemazioni in rifugi collettivi è un elemento di destabilizzazione. Che secondo gli esperti non è secondario nello stimolare comportamenti illegali, quando non violenti, e comunque è un ostacolo all’integrazione nella società tedesca. L’ansia di dare una risposta alle preoccupazioni dei cittadini sul flusso di migranti sempre fortissimo rischia di creare danni se non permanenti almeno di lungo periodo.
La pressione su Angela Merkel e sul governo affinché facciano qualcosa per limitare gli arrivi è, in effetti, forte. Un sondaggio, ieri ha rivelato che il 39,9% dei tedeschi pensa che la cancelliera dovrebbe dimettersi per come ha gestito la crisi (poco più del 45% ritiene debba restare). E la tensione nel Paese si fa sentire su basi quotidiane. La notte tra mercoledì e giovedì, per esempio, una granata è stata lanciata contro un campo profughi in una cittadina del Banden-Württemberg: non è scoppiata ma il fatto è uno dei tanti segnali che raccontano del clima che attraversa una parte del Paese.
Il governo vuole dare segnali forti. I rappresentanti dei partiti che formano la Grande Coalizione — la Cdu di Frau Merkel, il partito gemello in Baviera Csu guidato da Horst Seehofer e i socialdemocratici di Sigmar Gabriel — hanno dunque, pur tra contrasti, trovato un compromesso. A una serie di rifugiati è accordata una «protezione secondaria», sulla base del fatto che non arrivano direttamente da zone di guerra ma sono passati da altri Paesi prima di entrare in Germania. A loro sarà vietato il ricongiungimento per un biennio. Al momento, si calcola che circa il 20% dei profughi siriani sia in questa condizione. Le altre misure del pacchetto consistono nella classificazione di Algeria, Tunisia e Marocco come Paesi sicuri, per i cui cittadini non è cioè automatico l’asilo; nella decisione di creare grandi centri di registrazione vicini ai confini, destinati a migranti non in arrivo da zone di guerra e quindi candidati a essere rimpatriati; nell’inasprimento delle procedure di espulsione per chi è condannato per certi crimini; e nello stanziamento di maggiori fondi per insegnare il tedesco a chi riceve asilo.
Misure di emergenza, alcune delle quali rischiano di prendere il sopravvento sulle misure di saggezza.
danilotaino