La piazza e i tormenti di Costa Il neoministro: io ascolto tutti
Indeciso fino all’ultimo se essere presente oggi al Circo Massimo
contro le unioni civili e la “step child adoption” per le coppie di omosessuali?», è la domanda che si è sentito ripetere nelle ultime ore. E Costa, che anche ieri ha cercato di non saltare il pranzo con i suoi, ha risposto a tutti che lui è «un liberale e in quanto tale ha la propensione ad ascoltare tutte le opinioni, a maggior ragione quelle profondamente diverse».
«Certo — ha spiegato, eludendo il quesito, nel corso di una giornata scandita dai preparativi per il giuramento e dal passaggio di consegne al ministero della Giustizia — io ho le mie convinzioni sulla famiglia intesa come nucleo fondante della società. Ma ora non faccio altre valutazioni».
L’avvocato Enrico Costa — una carriera politica tutta vissuta in Forza Italia, il partito al quale approdò alla fine suo padre Raffaele, scalando le tappe di consigliere comunale, provinciale e regionale, di deputato e di membro del governo — ha legato la sua attività parlamentare anche ad alcune delle «leggi ad personam» confezionate per l’ex premier Silvio Berlusconi. Ma di recente (oltre alla riforma della prescrizione e al divieto di pubblicare le intercettazioni prima dell’udienza filtro) da vice ministro della Giustizia si è molto dedicato al tribunale della Famiglia, una delle novità del ddl delega sulla giustizia Civile, che dovrebbe radunare tutte le competenze attualmente sparpagliate in diversi uffici giudiziari: minori, divorzi, separazioni, adozioni.
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Pd, un sottosegretario di rango molto esperto, e un dipartimento collaudato per gli Affari regionali che da mesi sta affrontando la difficile sfida per la organizzazione delle Aree vaste sulle ceneri delle Province, ormai cancellate dalla Costituzione. Tutto da inventare, invece, il Dipartimento della Famiglia che fino a ieri aveva un suo nucleo presso il ministero del Lavoro: «Ecco — ha spiegato Costa alla sua squadra — ci sarà da lavorare molto per riunire sotto un solo tetto tutte le competenze sulla famiglia».
Anche da ministro, Costa non rinuncerà a fare «il parlamentare del territorio». La sua Mondovì, in provincia di Cuneo, la raggiunge quasi tutti i fine settimana: «Per sentire l’aria che tira, per capire cosa dicono i cittadini e gli amministratori locali che poi sono la prima linea dello Stato».
Tuttavia ora, da ministro per gli Affari regionali, gli toccherà andare al Nord come al Sud visto che dovrebbe mantenere anche la competenza per il coordinamento dei fondi strutturali per il Mezzogiorno (”la cassaforte” dei fondi Ue rimane a Palazzo Chigi).
Per il neoministro del Nuovo centrodestra, le spine nel fianco potrebbero essere rappresentate dalle Regioni e dalla Province a statuto speciale che lui, con una proposta di legge presentata a suo tempo con il Pdl, aveva chiesto di riportare al rango ordinario. Ieri, però, con chi lo ha chiamato dalla Valle d’Aosta e dalla Sicilia ha usato toni rassicuranti.
Corsi e ricorsi Sono un liberale e intendo la famiglia come nucleo fondamentale della società Ci sarà da lavorare molto per riunire sotto un unico tetto tutte le competenze sulla famiglia