Corriere della Sera

La vicenda

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In occasione dell’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o — dove era presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella — tra le tante foto scattate una è diventata l’immagine principale della prima pagina di ieri del Corriere della Sera

Nello scatto si vedono due magistrati: una, Marilia Di Nardo, viene immortalat­a mentre si mette in posa per farsi fotografar­e dallo smartphone nelle mani di Anna Maria Soldi

«Lì per lì non l’ho presa bene. Non sapevo davvero che cosa poteva succedere dopo la pubblicazi­one di quella fotografia. Anche perché era un momento privato, non mi aspettavo che potesse interessar­e. Ma poi alla fine mi sono detta che forse è servito un po’ a sdrammatiz­zare l’atmosfera...». Il «momento privato», con toga rossa e “tocco” in testa, a scambiarsi foto con lo smartphone assieme ad una collega, Marilia Di Nardo, sostituto procurator­e della Cassazione, se lo è concesso nei corridoi della Corte nel giorno dell’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o. E la foto, finita ieri in prima sul Corriere della Sera, ha suscitato grande curiosità.

Momento privato durante l’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o al palazzacci­o della Cassazione?

«Ma sì. Quello era un momento di attesa. C’è tutto un rituale per entrare alla cerimonia di inaugurazi­one. Il corteo non era ancora iniziato. E, mentre aspettavam­o, ci siamo fatte la foto. Ma non sapevamo di essere diventate, a nostra volta, obiettivo di un flash ».

Ha ricevuto commenti?

«Per la verità no, perché ho passato tutta la giornata in udienza. Ieri mattina mi hanno detto della foto pubblicata sul giornale. E, all’inizio, ero molto imbarazzat­a. Poi però ho pensato che è un po’ in linea con l’impostazio­ne voluta dal nuovo primo presidente, Giovanni Canzio».

Vi ha dato nuove direttive?

«Beh, certamente ha voluto un evento meno solenne. O meglio solenne, ma non rigoroso. La sua richiesta era di essere, noi magistrati, più vicini alla collettivi­tà. Diciamo che il protocollo è stato meno rigido».

Anche per lui?

«Certamente. Ha visto che non aveva il tocco? Quindi anche noi non lo abbiamo indossato».

Lo aveva annunciato o è stato un gesto spontaneo?

«Noi abbiamo una sorta di cerimonial­e, composto da cancellier­i e personale di segreteria, aveva spiegato a loro che lo avrebbe fatto e per qua- le motivo. E la chiave era proprio questa: maggiore sintonia con i cittadini».

Per lei non era certo la prima volta in Cassazione. E per la sua collega?

«Ma nemmeno. È Anna Maria Soldi, anche lei sostituto procurator­e generale presso la Corte di Cassazione, come me».

Da quanti anni è in magistratu­ra?

L’istantanea Il magistrato Marilia Di Nardo si fa fotografar­e dalla collega Anna Maria Soldi

«In effetti ne ho due. Il piccolo studia giurisprud­enza. Il grande si sta preparando per il concorso in magistratu­ra. Ma La prima reazione Quando le ho viste sui giornali mi sono sentita in imbarazzo: era un momento privato

lo ha gia superato una volta: quando ho dato l’esame ero incinta all’ottavo mese».

Questo sembra esser un anno d’oro per le donne in magistratu­ra. Il Csm sta assegnando molti incarichi direttivi alle donne. Si può parlare finalmente di svolta?

«In realtà abbiamo raggiunto i 50 anni dall’ingresso delle donne in magistratu­ra e nei concorsi siamo sempre più numerose sia come partecipan­ti, sia come esaminatri­ci e dunque determinan­ti per le assegnazio­ni dei posti. Non so se sia una svolta, certamente è un positivo segno dei tempi che cambiano».

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