DE MAGISTRIS, IL SINDACO CHE PENSA SOLO A ÖCALAN
Su proposta del sindaco de Magistris, la giunta comunale di Napoli ha conferito la cittadinanza onoraria ad Abdullah Öcalan, «quale pubblico attestato di condivisione dei principi di democrazia, uguaglianza e libertà per il popolo curdo». Öcalan è per molti un terrorista. Per altri è invece l’eroe di una democrazia eufemisticamente definita «radicale». Di sicuro non è un personaggio facile da gestire: tuttora leader del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, è da 17 anni rinchiuso nell’isola di Imrali, in condizioni definite «disumane» dalla Corte europea dei diritti. E prima di finire in un carcere speciale per volere di Ankara mise nell’angolo anche il governo italiano, allora guidato da D’Alema. Ma il problema, ora, è che ognuno fa la campagna elettorale come può e come crede. E non potendo promettere posti di lavoro e non volendo impegnarsi su aspetti più terra terra come le periferie in malora e le strade bucherellate, de Magistris ha bisogno di altro. Se non è una festa sul lungomare o un concerto con i Pooh, è allora l’utopia terzomondista. L’idea della cittadinanza a Öcalan, tra l’altro non originale, avendola avuto per primo Leoluca Orlando a Palermo, rientra dunque in questo vasto programma, teso a fare di Napoli la capitale non dei servizi efficienti, ma dei diritti, e in modo particolare di quelli delle minoranze e degli oppressi di tutti i Sud del mondo. C’è dunque molto da discutere se sia giusto oppure no trasformare un Comune in una sezione distaccata delle Nazioni Unite. Ma una cosa è certa. Tra tutti gli argomenti contro, il meno efficace è quello usato dall’ex sindaca Rosa Iervolino. «Con tutti i problemi che hanno, vi pare — ha detto al Corriere del Mezzogiorno — che i napoletani abbiano interesse ai problemi dei Curdi?”. L’alternativa alla demagogia rivoluzionaria non può essere il cinismo localistico.