L’artista
Maya Hayuk è nata nel 1969 a Baltimore da una famiglia di origini ucraine. Ha studiato al Massachusetts College of Art and Design e all’Università di Odessa. Nell’inverno del 2014 ha creato il murales di Bowery, a Manhattan uando ha dipinto a Manhattan la parete diventata iconica, tra Bowery e Houston, ha indossato un doppio strato di guanti, sfidando il gelo dell’inverno. Non sono molte le donne che si sono avventurate in un terreno maschile, quello della street art.
Maya Hayuk, newyorker di origine ucraine, lo ha fatto: quest’anno ha realizzato il murale di Coney Island ed è davvero curioso immaginarla in tuta da lavoro, mentre versa acqua bollente nel secchio di vernice congelata in una New York glaciale. A Milano, di pomeriggio, beve una tisana calda Prisma Sopra gli occhiali Optiprism Max Mara prodotti da Safilo: realizzati in 200 esemplari sono stati firmati dall’artista internazionale di murales Maya Hayuk (a sinistra) all’Hotel Mandarin e la sera stessa si presenta all’evento di cui è ospite d’onore, con piega perfetta, smalto e rossetto rossi e un paio di occhiali psichedelici. Non un paio di occhiali qualsiasi: sono quelli che l’artista ha realizzato per Max Mara, prodotti da Safilo. Duecento esemplari numerati e firmati, disponibili dallo scorso gennaio. «Solo una preghiera — esordisce l’artista, che vive e lavora a Brooklyn —. Non confondetemi con una che fa graffiti. La gente mi chiede di migliorare l’estetica dei luoghi e io provo a farlo ispirandomi alla politica e alla società. E amo l’architettura».
Lavorando sul modello di occhiali Gem, l’artista famosa per i suoi colori impattanti è uscita dai circuiti dell’arte (è oggi una delle artiste più quotate, con installazioni all’Ucla’s Hammer Museum di Los Angeles) ed è approdata nei territori della moda. Il nome racchiude l’essenza dell’oggetto: «Optiprism», una crasi tra ottimismo e prisma, il tema più percorso dalla Hayuk. «Il prisma è l’emblema delle molteplici sfaccettature della donna contemporanea — dice — e riflette l’equilibrio tra femminilità e forza, senza rinunciare a quelle good vibes, che sono alla base stessa della mia arte». Per presentare gli occhiali — che si candidano a diventare un oggetto da collezione — sono stati organizzati tre eventi: uno a New York, uno a Pechino e l’ultimo proprio a Milano. «La capsule è stata puramente creativa — dice Giorgio Guidotti,worldwide president pr & communication Max Mara, che parla di una scelta artistica ragionata —. Ci è piaciuta la sua estetica e l’energia delle sue opere, che ben si lega al dinamismo della donna Max Mara».