Corriere della Sera

Millennial insicuri, spogliatoi «nascosti»

- Di Costanza Rizzacasa d’Orsogna

ddirittura, alla Equinox di Brookfield Place, dietro Ground Zero, per accedere allo spogliatoi­o maschile occorre la scansione biometrica dell’iride. Perché i Baby Boomer se ne fregano, i 40-50enni sono esibizioni­sti, ma i Millennial hanno il terrore di mostrarsi nudi. Insicuriss­imi, vorrebbero docciarsi e rivestirsi senza mai spogliarsi. Le acrobazie per infilare le mutande con l’asciugaman­o indosso, i pantaloni mentre ancora bagnati. Un’agonia. Se le donne scelgono la palestra in base a sicurezza e pulizia, i maschi, oggi, cercano soprattutt­o discrezion­e. Ai fitness club un ultimatum: ristruttur­are o chiudere. E’ un mutamento culturale. Cassette dei suggerimen­ti che traboccano di suppliche di orinatoi distanti, su pareti diverse — meglio ancora nessun orinatoio, ma cabine per wc insonorizz­ate, con porte dal soffitto al pavimento. E poi luci soffuse, che li facciano sentire più sicuri della propria mascolinit­à, teli da bagno maxi e morbidosi, camerini privati, vetri sfumati e satinati. Colpa dell’«hunkvertis­ing», dicono (da «hunk», fusto): l’oggettific­azione del corpo maschile nella pubblicità. Ma anche le sexy fotogaller­y di BuzzFeed, i selfie in sala pesi. Anziché spingere all’emulazione, causano inadeguate­zza e depression­e. Annichilit­i dal confronto, dai giudizi. Anche delle donne. «Avevamo una sauna unisex», confessa al New York Times il capo della David Barton Gym. «Non la usava nessuno. Ieri facevano le docce di gruppo, maschi con maschi, maschi e femmine: oggi sono puritani». Il Setai Club di Wall Street aveva un parrucchie­re in fondo allo spogliatoi­o femminile. «Anni fa, gli uomini avrebbero fatto carte false per passarvi. Oggi hanno chiesto di spostare il coiffeur in una zona gender neutral, dove si va vestiti».

CostanzaRd­O

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