Bazoli e Messina provano a fermare «la campagna» contro il sistema italiano
TORINO La pressione sulle banche italiane? È ingiustificata e anzi frutto di una propaganda sulle sofferenze. Provano a portare la categoria fuori dall’angolo Carlo Messina e Giovanni Bazoli, l’ amministratore delegato e il presidente di Intesa Sanpaolo, in due diversi incontri pubblici, alla vigilia del Forex. «Tutti i giorni il sistema bancario è vittima di una campagna denigratoria senza nessun fondamento» dice in mattinata, a Firenze, il manager del primo gruppo italiano del credito, che spiega: «Quando si parla di sofferenze si fa riferimento a quelle lorde ma quello che conta sono gli importi netti. Se ho 40 miliardi di sofferenze lorde e accantonamenti a bilancio per 26, me ne restano 14. E se a fronte di questi ultimi, ho 30 miliardi di valori di immobili a garanzia, dove sta il problema?». Per Messina, poi, le sofferenze delle banche italiane «sono conseguenza della scelta di sostenere famiglie e imprese. Mentre se guardassimo i livelli di derivati presenti nei bilanci di alcune banche internazionali ci renderemmo conto che in caso di crisi di liquidità i problemi sarebbero altrove, in altri Paesi». Poche ore dopo, da Torino dove è in corso la presentazione del Rapporto di Mandato della Compagnia di San Paolo, il primo socio di Intesa, Bazoli definisce «ingiustificati gli allarmi sulla tenuta del sistema» e chiede tempo «prima di giudicare» l’accordo siglato dal governo a Bruxelles: «Non credo che il provvedimento, che naturalmente è un compromesso, possa dar luogo a ulteriori effetti negativi».
Bazoli Allarmi ingiustificat i sulla tenuta delle banche. Sofferenze nette del tutto sostenibili Messina Campagna denigratoria sull’Italia E se guardiamo i livelli di derivati nelle banche di altri Paesi...