Corriere della Sera

Bazoli e Messina provano a fermare «la campagna» contro il sistema italiano

- di Paola Pica

TORINO La pressione sulle banche italiane? È ingiustifi­cata e anzi frutto di una propaganda sulle sofferenze. Provano a portare la categoria fuori dall’angolo Carlo Messina e Giovanni Bazoli, l’ amministra­tore delegato e il presidente di Intesa Sanpaolo, in due diversi incontri pubblici, alla vigilia del Forex. «Tutti i giorni il sistema bancario è vittima di una campagna denigrator­ia senza nessun fondamento» dice in mattinata, a Firenze, il manager del primo gruppo italiano del credito, che spiega: «Quando si parla di sofferenze si fa riferiment­o a quelle lorde ma quello che conta sono gli importi netti. Se ho 40 miliardi di sofferenze lorde e accantonam­enti a bilancio per 26, me ne restano 14. E se a fronte di questi ultimi, ho 30 miliardi di valori di immobili a garanzia, dove sta il problema?». Per Messina, poi, le sofferenze delle banche italiane «sono conseguenz­a della scelta di sostenere famiglie e imprese. Mentre se guardassim­o i livelli di derivati presenti nei bilanci di alcune banche internazio­nali ci renderemmo conto che in caso di crisi di liquidità i problemi sarebbero altrove, in altri Paesi». Poche ore dopo, da Torino dove è in corso la presentazi­one del Rapporto di Mandato della Compagnia di San Paolo, il primo socio di Intesa, Bazoli definisce «ingiustifi­cati gli allarmi sulla tenuta del sistema» e chiede tempo «prima di giudicare» l’accordo siglato dal governo a Bruxelles: «Non credo che il provvedime­nto, che naturalmen­te è un compromess­o, possa dar luogo a ulteriori effetti negativi».

Bazoli Allarmi ingiustifi­cat i sulla tenuta delle banche. Sofferenze nette del tutto sostenibil­i Messina Campagna denigrator­ia sull’Italia E se guardiamo i livelli di derivati nelle banche di altri Paesi...

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