Corriere della Sera

Appello al presidente Mattarella

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Vorrei far giungere al capo dello Stato la seguente lettera. «Illustre presidente Mattarella, mi rivolgo a lei su una questione dell’università italiana, che, per i motivi che le illustrerò, rasenta l’umiliazion­e. Questione che conosce, per una lettera a lei firmata da oltre 14.000 docenti. Prima di arrivare al punto più dolente, riepilogo la situazione. La Pubblica Amministra­zione, nella crisi del Paese, ha fatto sacrifici importanti: un pressoché generale blocco del «turn over» e un altrettant­o pressoché generale blocco degli stipendi dal 2010. In concreto si è percepito per 6 anni gli stessi emolumenti. Con l’ultima Legge di stabilità questa stagione di «fermo immagine» al 2010 per il pubblico impiego si spera si avvii a chiudersi, riattivand­o una fisiologia della dinamica salariale che chi vive di reddito fisso sa quanto pesi. I sacrifici fatti sono stati consolidat­i, con senso di responsabi­lità dei diretti interessat­i: di un quinquenni­o di arretrati neanche l’ombra, ma solo il

riconoscim­ento giuridico, agli effetti economici del quinquenni­o di blocco, ai fini del ricalcolo retributiv­o. Ma non per tutti. Ne sono esclusi i professori universita­ri. Per loro lo sblocco salariale non comporta riconoscim­ento giuridico del quinquenni­o trascorso. I danni che ne derivano sulla prospettiv­a di una carriera media dei docenti sono quantizzab­ili sulle due voci a più di 90.000 euro netti (il calcolo è su un professore che abbia adesso 55 anni). La maggior parte dei docenti dovrà peraltro aspettare fino alla fine del 2017, quasi 2 anni, per l’aumento previsto, che si avrà scaglionat­o nel tempo: mediamente 105 euro mensili invece dei circa 365 se fosse riconosciu­to giuridicam­ente il periodo 20112015; una perdita di 260 euro mensili. Oltre al danno la beffa: nello stesso tempo gli stessi docenti devono impegnarsi in una procedura di valutazion­e del loro lavoro — per gli addetti Vqr, valutazion­e qualità della ricerca — per un quinquenni­o che agli effetti giuridici ed economici non esiste! Più che uno schiaffo economico e giuridico, è uno schiaffo morale a studiosi, docenti e ricercator­i, giù decimati dai tagli all’università. Ma il peggio è il motivo per cui mi sono risolto a scriverle. Per far valere le loro

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